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Da fiore all'occhiello a vergogna cittadina: in Villa Tittoni cantato l'inno alla Mafia


Può essere definito, senza troppi giri di parole, come un inno alla mafia. No, non stiamo esagerando: è davvero così. Avanti chi ci sappia suggerire una maniera diversa per identificare quello che è stato un vero e proprio elogio ad uno stile di vita che da elogiare ha davvero ben poco: accettiamo suggerimenti. L'esibizione andata in scena lo scorso 2 settembre, di cui apprendiamo in questi giorni tramite un video comparso su Youtube, è qualcosa di davvero imbarazzante, soprattutto per una città come Desio. Guardate voi stessi.


Loro si chiamano Dark polo gang, e sono un collettivo romano formato da quattro ragazzi, che hanno trovato spazio nel cartellone artistico delle serate del Parco Tittoni, inserito nell'ambito del progetto di Parco delle Culture promosso dall'amministrazione comunale. Anche se in questo caso di culturale, ci permettiamo di dirlo, c'è davvero poco. Anzi, di più. Se in Villa Tittoni sono permessi questi spettacoli, allora non è più un fiore all'occhiello della nostra città, ma diventa una vergogna. Ed è proprio questa la cosa grave. Ma ancora più grave è che l'assessorato alla cultura, guidato da Cristina Redi del Partito Democratico, possa autorizzare esibizioni di questo genere. C'è anche un'aggravante: Desio non è una città qualsiasi. Tutti ricordano ancora il rumore degli elicotteri quando, nella mattina del 13 luglio 2010, ci fu la più grande retata che mise dietro le sbarre i boss della 'ndrangheta locale. A questa operazione ne sono seguite altre, e se l'impegno alla legalità portato avanti (a parole) da questa amministrazione ottiene questi risultati, allora appare ancora più evidente come qualcuno a sinistra usi questo tema come slogan elettorale e nulla di più.

Il calendario degli eventi che si alternano sul palco di Villa Tittoni, sarà pur autorizzato da qualcuno. Ci sarà un direttore artistico, o qualcuno che abbia un ruolo del genere, deputato a scegliere con cura e visionare i contenuti degli spettacoli. Forse sarà sfuggito qualche contenuto inopportuno, oppure ci sarà stata qualche leggerezza di troppo. Ma in tutto questo, l'assessore alla cultura, che dovrebbe dare gli input politici, non si capisce quale ruolo ha avuto. Non ci meraviglierebbe sapere che, anche in questo caso, non fosse al corrente di nulla. La stessa cosa è già successa lo scorso anno, quando l'arrivo della band partenopea 99 Posse scatenò diverse polemiche, come avevamo raccontato in questo post. "Io non sapevo nemmeno di questo concerto, l'ho scoperto su Facebook. Bisogna quindi chiedere agli organizzatori, a cui abbiamo dato l'incarico di allestire la stagione estiva, non a me": era con queste parole che aveva cercato di giustificarsi, scaricando la colpa sugli organizzatori. Che poi, tra gli organizzatori, c'è anche il comune di Desio. Ma si sa, quando ci sono meriti da prendere, tutti sgomitano per essere in prima fila. Quando invece ci sono le rogne, allora tutti sono pronti a dire che non sapevano.

Aspettiamo di capire adesso cosa diranno l'assessore Redi ed il sindaco Corti, impegnato a partecipare alle fiaccolate fuori Desio ma non abbastanza attento da capire cosa succede nella nostra città. Di sicuro, per la sua giunta, questa è l'ennesima brutta figura.

Della questione se ne è occupata la stampa locale, che ha reso pubblica la notizia, con un articolo uscito su "Il Giorno", che abbiamo riportato integralmente a questo link.











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