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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

Sicurezza, l'esercito a Desio per fare piazza pulita

Nel giro di pochi giorni sono stati segnalati tre atti di tentate aggressioni in stazione e furti in appartamento in diverse zone della città.  Tra la cittadinanza serpeggiano la paura ed il malcontento, ed è normale che sia così.  Paura ad uscire di casa, con il pensiero che possano accadere episodi spiacevoli a sè stessi o ad una persona cara che si stia recando in stazione per andare al lavoro o in università. Paura anche ad uscire di casa, con l'ansia di rientrare e trovare qualche brutta sorpresa, come la visita dei ladri che spesso colpiscono anche mentre si è all'interno del proprio appartamento. La rabbia e la paura aumentano quando si vede che anche una volta acciuffati i delinquenti se la cavano con qualche giorno di galera, o quando si vede che alla fine ad andarci di mezzo, molto spesso, sono le vittime che cercano solo di difendersi dagli aggressori. Che nella stragrande maggioranza dei casi, gli aggressori, sono immigrati. Irregolari, clandestini, ric

Grazie ai tre milioni di lombardi ed ai dodicimila desiani: un voto del popolo per cambiare la storia

" Grazie ai 3 milioni di cittadini lombardi che sono andati a votare e al 95 per cento di coloro che hanno votato Sì. Insieme al Veneto abbiamo scritto una pagina storica per il futuro delle nostre regioni e del nostro Paese ". Sono le parole che il presidente Roberto Maroni ha pronunciato oggi pomeriggio in consiglio regionale, commentando i dati della consultazione referendaria di domenica. " Da ieri siamo già al lavoro, con il Consiglio regionale lombardo, gli enti locali e tutti gli stakeholder per arrivare a presentare la nostra richiesta al Governo, convinti che l’autonomia fiscale dei territori sia lo strumento più adeguato di sviluppo economico e competitività globale dell’intera nazione. I cittadini lombardi e quelli veneti hanno dimostrato di averlo capito. Lavorerò ogni giorno, insieme a tutti coloro che lo vorranno, per fare in modo che questa grande espressione democratica e popolare non venga tradita ". Durante il dibattito in aula non sono m

Referendum, via Molinara ed ex Tribunale, la storia infinita. Facciamo un po' di chiarezza.

Tutto parte dalla questione del Tribunale di Desio e dal fatto che su oltre 700 milioni di debito con il comune, lo stato ne voglia restituire nemmeno la metà. Se vi siete persi questa incredibile storia, vi consigliamo di leggere il post intitolato " Lo Stato deve 700mila euro al comune di Desio, ma non li vuole restituire. E' ancora Roma ladrona ". Quando la Lega Nord ha sollevato la questione, rendendola di dominio pubblico, il sindaco di Desio si è arrabbiato con gli esponenti del Carroccio, sostenendo che il vero spreco è il referendum per l' autonomia della Lombardia e che la Regione avrebbe potuto usare quei soldi per bonificare la cava di via Molinara . Lo stato " frega " a Desio la bellezza di oltre quattrocentomila euro ma lui, anziché arrabbiarsi con il governo Gentiloni autore di questa rapina, se la prende con la Lega Nord e con la Regione Lombardia. Indipendentemente da referendum, bonifiche o altro, se uno ha un debito lo deve ripag

Lo Stato deve 700mila euro al comune di Desio, ma non li vuole restituire. E' ancora Roma ladrona

Lo Stato ha un debito di oltre 700mila euro con il comune di Desio, ma non lo vuole saldare. Si tratta dei costi che la nostra città ha sostenuto dal 2011 per il funzionamento dell'ex Tribunale, soppresso nel 2014 per effetto di una scelta operata dai governi Monti, Letta e Renzi con il sostegno del Partito Democratico . La Lega Nord cercò di opporsi in tutti i modi alla chiusura del Tribunale, ma la volontà politica del PD fu più forte. Il comune di Desio, proprietario dell'immobile, anticipava le spese di gestione, che poi venivano parzialmente rimborsate dal Ministero della Giustizia che aveva affittato lo stabile comunale. ATTENZIONE AI NUMERI - Dal 2011 al 2015, per far funzionare il Tribunale, Desio ha anticipato più di un milione di euro, di cui lo stato ne ha rimborsati solo 365mila. Dei restanti 765mila, il Ministero della Giustizia ha comunicato la disponibilità a restituirne solo 297mila, in rate da 9mila euro annuali per i prossimi trent'anni, a