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«L'inno alla mafia di Villa Tittoni Uno schiaffo alla città della legalità». L'articolo de "Il Giorno"

Le intemperanze sul palco della Dark Polo Gang: il video su YouTube. Articolo da "Il Giorno", di domenica 18 dicembre 2016.



UN VERO e proprio inno alla mafia. Alla sua ideologia Ai suoi valori. Ai suoi usi e costumi. Suonato e cantato a squarciagola, di fronte a un giovane pubblico in visibilio, davanti al gioiello storico e architettonico della città.
QUELLA città che - uscita massacrata dalle operazioni contro la malavita organizzata di qualche tempo fa - sta cercando da qualche anno con grande vigore, con la nuova amministrazione di centrosinistra, di scacciare quelle ombre, quel malaffare. E anche quei simboli. Possibile, dunque, che sia successo un «epic fail», un errore, una svista così pacchiana, di questo tenore? Possibile. E successo il 2 settembre, durante un concerto tenutosi a Parco Tittoni, la kermesse promossa da diversi anni dalla Cooperativa Mondovisione su incarico e con la stretta collaborazione del Comune di Desio, nell'ambito del progetto «Parco delle Culture».
CULTURE, come quella mollosa declamata dalla Dark Polo Gang, un collettivo di quattro ragazzi romani che si sono esibiti, tra le altre canzoni che inneggiano a soldi e droga, anche nella loro «Mafia». Se fino a qualche giorno fa potevano saperlo solo i presenti al concerti (e, si immagina, chi lo ha promosso e autorizzato), adesso è palese a tutti. Basta andare su youtube - il portale ormai culi soprattutto per bambini e ragazzini - dove è stato appena caricato il video proprio dell'esibizione davanti a Villa Tittoni.
E VIA con le rime, «a cena soldi e cocaina...Vesto da donna al collo sembro una zingara...Pancia gonfia, pesce crudo, mi si slaccia la cinta... Fumo così tanto mi si annebbia la vista...Così tanti soldi sembra che lavoro in banca». E ancora «questa è mafia...Bacio in bocca come i mafiosi... Smeraldo al collo, sto mescolando coca...Ti mando un bacio in fronte sei carne morta.. Ho una canna troppo grossa, faccio fatica a tirarla su...Ti sta per cader e il naso fossi in te non tirerei più...Centometrista corro forte quando vedo luci blu...Odio carabinieri, polizia e tutti quei...».
NOTE stonate, sicuramente, in un contesto dove si vuole valorizzare la «cultura».
IN UNA CITTÀ, dove negli ultimi anni si è cercato di proporre di tutto, per combattere la mafia e la sua ideologia, a partire dai progetti proprio con i più giovani, nelle scuole. Basta girare sul web per trovare recensioni forti su quella canzone, che evidenzia «quel tipico atteggiamento di chi prova ammirazione nei confronti di ogni organizzazione criminale e di conseguenza nei suoi valori».
UN CLAMOROSO autogol, una buccia di banana, una leggerezza. «Non ne sapevo nulla - commenta Andrea Villa della Lega Nord -. La situazione è sfuggita di mano. La cultura è tutta un'altra cosa, e se in Villa Tittoni si permettono questi spettacoli, allora non è più un fiore all'occhiello ma una vergogna. Chissà se anche questa volta l'assessore dirà di non esserne al corrente. Che lo sia stata o meno, davanti a questo spettacolo le converrebbe solo dimettersi. Oppure il sindaco, così attento alle battaglie di legalità, farebbe bene a toglierle le deleghe».
STA ADESSO all'assessore Cristina Redi e al primo cittadino Roberto Corti dare un senso a quanto successo. E a quell'inno di gloria per la mafia, che ha pulsato nel cuore di Desio.

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