Passa ai contenuti principali

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.
Nonostante convegni e senso civico, l'ombra della malavita ha oscurato anche il comune simbolo dell'asparago, che il centrosinistra governa da sempre. Fallimento di una cultura o smascherata l'incosistenza di una sinistra che, mentre combatte l'illegalità, si vede sindaci arrestati per mafia, infiltrazioni nei comuni che amministra, i Lusi e i Penati? Il sindaco minimizza, ma fosse successo a Desio avremmo visto Corti e Ricchiuti sulle barricate. La doppia faccia (di tolla) della sinistra al potere.


Agenti di Polizia Provincial (foto dal web)

di Antonio Caccamo da Il Giorno
Sequestrati i tir del malaffare Blitz della Polizia provinciale, l’ombra della malavita

— MEZZAGO —
UN GRANDE TERRENO agricolo a pochi passi dal paese utilizzato non per coltivarci il famoso asparago rosa di Mezzago, ma come deposito di camion usati per smaltire abusivamente rifiuti edili. Ieri mattina gli agenti della Polizia provinciale di Monza e Brianza e di Milano hanno sequestrato in via Gramsci 16 tir e rimorchi Mana e Scania, per un valore di almeno 1,5 milioni di euro. E ancora una volta torna in Brianza l’allarme delle possibili infiltrazioni mafiose attaverso le attività gemelle legate all’edilizia e al movimento terra. Insieme agli automezzi, tutti nuovi, sono stati sequestrati due cantieri a Baranzate e a Gaggiano, nel Milanese: qui è stato sepolto il materiale di demolizioni trasportato dai tir di Mezzago. Una volta costruiti i nuovi edifici sarebbe rimasto sepolto per sempre. L’operazione è scattata al termine di indagini durate quasi un anno. Ha interessato anche la provincia di Bergamo. I reati contestati vanno dallo smaltimento abusivo di rifiuti, alla creazione di discariche abusive e alla gestione non autorizzata dei rifiuti.

GLI AUTOMEZZI risultano intestati ad alcune società operanti nel settore del movimento terra in Brianza, ma con sede legale nel Crotonese, intestate a calabresi, sempre della zona del Crotonese. Alcuni di loro erano stati coinvolti anni fa nell’inchiesta Tramontana coordinata dalla Questura di Crotone. Una delle tre società a cui sono intestati gli automezzi sequestrati aveva richiamato l’attenzione della Polizia provinciale brianzola nel 2011, quando era stato sequestrato un terreno adibito a discarica abusiva sempre nell’est della Brianza. Era stata poi segnalata nell’ambito della vigilanza sugli appalti pubblici, poiché avrebbe dovuto partecipare  ai lavori di riqualificazione della linea ferroviaria Saronno-Seregno delle Ferrovie Nord spa. Già allora era emerso che tra i partecipanti societari figuravano persone con precedenti per porto abusivo d’armi e altri reati. L’operazione è scattata su ordine del Gip del Tribunale di Milano Stefania Donadeo. Il titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore Luca Poniz. Al momento non ci sono provvedimenti a carico di persone. È stato solo disposto il sequestro preventivo degli automezzi che permettevano lo svolgimento dell’attività. Su tutti i tir sono stati messi i sigilli. Resteranno fermi a Mezzago in attesa dello sviluppo delle indagini che potrebbero portare alla confisca.

IL NUOVO assessore provinciale alla Sicurezza, Andrea Monti, segnala l’importanza dell’operazione: «Ancora una volta gli uomini e le donne della Polizia provinciale danno prova delle loro capacità, assestando un duro colpo a chi crede di poter fare della nostra Brianza terra di conquista per esercitare loschi affari, esportando usi e costumi di terre lontane». E invita a non abbassare la guardia, «al contrario bisogna aumentare gli sforzi e le risorse per evitare che le grandi opere alle porte, Pedemontana ed Expo su tutte, diventino occasione per infiltrazioni della malavita organizzata».

Il sindaco:«Bisogna tenere alta la guardia, ma qui avevano solo il deposito»
IL TERRENO agricolo trasformato nell’autorimessa dei tir sequestrati dalla Polizia provinciale si trova a 200 metri dal paese brianzolo. Comprende il parcheggio, il deposito di gasolio e alcuni prefabbricati per le attività di ufficio. Tutto quanto serve, insomma, per gestire un servizio di autotrasporto. Ci lavorano tre persone. L’attività non è sfuggita alla Polizia locale che l’anno scorso ha presentato un denuncia per utilizzo improprio di terreno, senza rilevare però nessun abuso edilizio. «La destinazione dell’area è agricola e non consente lo svolgimento di attività industriali», ricorda il sindaco Antonio Colombo (Pd). Mezzago, cinquemila abitanti, la roccaforte «rossa» della Brianza, non teme di diventare terra di infiltrazioni mafiose: «Certo, nessuno è immune - ragiona il primo cittadino -. Bisogna tenere alta la guardia. Ma in paese è diffusa una coscienza civica che è un bell’antidoto contro la criminalità organizzata. Coscienza che cerchiamo di sviluppare ancora di più. L’anno scorso nelle scuole medie si è tenuto un ciclo sulla legalità con presenze importanti come l’ex magistrato di Mani Pulite Gherardo Colombo e don Gino Rigoldi, cappellano del carcere minorile Beccaria di Milano. L’anno prima erano venuti a parlare il prefetto Renato Saccone e Salvatore Bellomo, sostituto Procuratore del Tribunale di Monza, che ha coordinato il filone brianzolo dell’inchiesta Infinito contro le infiltrazioni della ’ndrangheta in Brianza». Dell’operazione della Polizia provinciale dice: «Dimostra che il presidio del territorio funziona. A Mezzago però c’era solo il parcheggio. I tir partivano al mattino e tornavano la sera. Il materiale di demolizioni che trasportavano non lo caricavano in Brianza, ma in altre province».
antonio.caccamo@ilgiorno.net

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

Seregno, pisinca gratuita ad agosto per gli under 14. Perchè a Desio no?