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Ex carcere, appartamento comunale assegnato ai migranti: scelta politica del sindaco Corti

Roberto Corti (PD), sindaco di Desio

Dopo alcune dichiarazioni rilasciate dal sindaco Roberto Corti alla stampa locale, è giusto puntualizzare. In un articolo pubblicato sul Giornale di Desio del 14 marzo 2017, il primo cittadino rispondendo alla Lega Nord affermava che:

E poi ricordiamoci che le case si assegnano secondo graduatorie e criteri che sono stabiliti dalla Regione. Noi non diamo le case agli immigrati, ma a chi risponde a criteri che, ripeto, sono stati decisi dalla Regione, quindi anche dalla Lega.

A Desio ci sono tre appartamenti che il comune ha destinato all'accoglienza migranti. Non per criteri stabiliti dalla Regione, come Corti vorrebbe far credere, ma per scelta politica dell'amministrazione comunale che lui presiede. Due appartamenti si trovano nella palazzina all'angolo tra le vie Prati e Partigiani, dove c'è il comando della Polizia Locale. L'altro si trova nell'ex carcere, ed è proprio di questi che parleremo ora. Riprendiamo volentieri il discorso anche se l'abbiamo già fatto in altre due occasioni.

La prima è stata in questo post del 22 gennaio 2014 dal titolo "La giunta assegna un alloggio comunale ai profughi. Quando penserà ai desiani?", nel quale vi abbiamo spiegato la decisione del sindaco Roberto Corti (delibera di giunta comunale n. 13 del 14 gennaio 2014) di utilizzare l'appartamento nella struttura di via Canonico Villa, dove fino alla fine degli anni '80 venivano ospitati i detenuti. Struttura che è stata inserita dall'amministrazione comunale nel piano delle alienazioni, ed è quindi in vendita. Tutto tranne l'appartamento in questione, che il comune vuole tenere. Lo scopo di vendere l'immobile, che è sul mercato da anni e non si riesce a piazzare, è quello di ingrassare le casse comunali. Con questa scelta sarà ancora più difficile: chi avrebbe l'interesse ad acquistare un immobile senza una delle sue parti, e con la parte stessa che ospita un progetto di accoglienza profughi? Nessuno. E infatti, l'immobile continua a rimanere invenduto, salvo novità dell'ultimo secondo.



La seconda volta che vi abbiamo parlato di questa vicenda è più recente e risale al 20 febbraio scorso, nel post "Il comune conferma l'appartamento dell'ex carcere ai profughi. Loro coccolati, desiani dimenticati", il cui titolo è già ampiamente esaustivo.
Appare chiaro da queste delibere di giunta, di cui vedete riprodotte in questo post una parte del frontespizio, che questa scelta è di tipo politico, ed appartiene esclusivamente alla volontà di questa amministrazione comunale. Volontà legittima, che tuttavia noi contestiamo: un'amministrazione con un sindaco leghista avrebbe fatto diversamente.





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