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Se vince il SI, il Trentino Alto Adige non sarà più rappresentato in Parlamento: le follie di una riforma



Non è certamente uno di quei motivi per cui un desiano si debba stracciare le vesti, e nemmeno pretendiamo che un indeciso si convinca a votare NO al referendum per questo motivo. Tuttavia, più si legge la riforma e più si nota come questa sia stata scritta senza criterio, logica, ragionamento ed approfondimento.

Se la riforma dovesse passare, si prevede che il Senato sia formato esclusivamente da sindaci e consiglieri comunali, che sommerebbero un altro stipendio a quello che già percepiscono, e saranno costretti ad avere un doppio incarico. Compresi i consiglieri della Regione Trentino - Alto Adige. Ma lo statuto speciale di questa regione, al comma 3 dell'articolo 28, recita che: “L’ufficio di consigliere provinciale e regionale è incompatibile con quello di membro di una delle due Camere (…)”. Per "membro di una delle due camere", si intendono la Camera dei Deputati ed il Senato che, ricordiamo, a differenza di ciò che sostengono dai comitati del SI, non sarà abolito.

Diventa quindi difficile capire come sia possibile, alla luce della riforma e dello stauto trentino-tirolese, l'elezione di un Senatore che rappresenti questa regione, visto che risulterebbe incompatibile. Qualora vincesse il Si, ci sarebbe il rischio concreto che il Senato della Repubblica sia ineleggibile o addirittura, in subordine, che la Regione Trentino - Alto Adige non possa eleggere nemmeno un suo rappresentante. Questo non sarebbe giusto.

Si potrebbe modificare lo Statuto di Autonomia della regione, per risolvere il problema? Certo, ma per farlo serve una legge costituzionale, per la cui approvazione occorrono anni, e poi va considerato che con la nuova riforma l'iter diventerebbe ancora più lungo, alla faccia della semplificazione. Se quindi vincesse il Si e il giorno successivo venissero sciolte le Camere, il Trentino e il Sudtirolo non potrebbero eleggere propri rappresentanti al Senato.

Questa è l'ennesima falla nel testo di una riforma costituzionale sopravvalutata e che, nella realtà, crea molti più problemi di quelli che - solo sulla carta e con tanti forse - potrebbe risolvere. Questo cancellare la rappresentanza trentino - tirolese dal Senato, commesso forse per errore, è segno evidente di come chi abbia scritto questa riforma, la cui paternità è in capo alla coppia Renzi - Boschi, lo abbia fatto in modo grottesco, superficiale, antidemocratico e pressapochista. Oppure, se così non fosse, si abbia il coraggio di lasciare che queste terre, di madrelingua tedesca, tornino ad essere parte della loro nazione naturale.

Non si può far passare una riforma del genere, anche per questo motivo.

Il 4 dicembre, al referendum costituzionale, VOTA NO.


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