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Il tempismo è perfetto, Bob Dylan è in dialetto lombardo: "È l'emblema dei cantastorie"

Bob Dylan


A poche settimane dall'approvazione della nuova legge regionale sulla cultura, che promuove anche la tutela delle lingue lombarde, sono stati tradotti e cantati alcuni brani di Bob Dylan. Uscita in contemporanea con l'assegnazione del premio Nobel all'artista, "Dylan Lombard" raccoglie brani come 'La bofa in del vent' ('Blowin’ in the wind') a 'Comè un sass borlant' ('Like a rolling stone'). Vi proponiamo questa intervista da www.repubblica.it a Renato Ornaghi, ideatore dell'iniziativa e traduttore dei testi.



MILANO - È giusto il Nobel a Dylan? La risposta La bofa in del vent, (ovvero Blowin’ in the wind), D’altronde, si sa, I temp, debon i cambien (The times they are a-changin’). Comunque la si pensi, Bob resta Bob in tutte le lingue, anche in lombardo. Come ha fatto Renato Ornaghi, con quella che sembrerebbe un’iniziativa di raffinato marketing, "invece è solo una botta di fortuna". Già: neanche provandoci si potrebbe ideare e realizzare in due giorni un cd di traduzioni in dialetto di Bob Dylan. "Invece a Dylan Lombard ho lavorato mesi – racconta questo ingegnere che lavora nel campo dell’energia e che ha come passione la musica dialettale – Già negli anni scorsi ho inciso dischi dei Beatles, a cominciare da Praa de magioster per semper, ovveroStrawberry fields forever". Ora questo disco dylaniano, in concomitanza con il Nobel per la Letteratura dato ("e meritatissimo") al menestrello, con canzoni come Picà fort su l’uss del Cel (Knocking un the Heaven’s door) e Comè un sass borlant (Like a rolling stone).

Un’operazione leghista, se non politicamente almeno culturalmente, penserà qualcuno.
"E quel qualcuno sbaglia. Il rischio più grande che può correre una lingua è diventare la bandiera di qualcuno. La lingua è di un popolo, è di tutti. E comunque né io né Pietro Cociancich, il bravissimo 23enne assieme al quale abbiamo realizzato questo disco, siamo leghisti. Amiamo semplicemente la lingua lombarda".

Che però è più di una, visto che i dialetti in regione sono tanti, dal pavese al valtellinese.
"Vero, ma diciamo che io mi muovo nel lombardo comune, quello a ovest del fiume Adda, le cui forme sono abbastanza simili tra di loro per dare vita a una parlata comprensibile a tutti, per l’ampio lessico di base in comune e una morfologia e sintassi omogenee".

Bene, ma perché Dylan?
"Perché è l’emblema del cantastorie, del menestrello, degli antichi cantanti che giravano paesi e contrade per narrare storie in musica. E poi dopo Beatles e Rolling Stones toccava a lui: per troppo tempo questa lingua è stata considerata uno strumento comunicativo vecchio, buono giusto per commedie per anziani, incapace di rappresentare la modernità. Traducendo invece le canzoni con cui sono cresciuto ho voluto far capire che invece può rivaleggiare non solo con l’italiano, ma anche con l’inglese, il latino universale di oggi, in altri termini dimostrare che la nostra è una lingua che può reggere pienamente l’urto della modernità. Perdipiù ch’è una ragione pratica".

Ovvero?
"La metrica. Il lombardo ha un sacco di parole tronche, monosillabe e bisillabe e quindi si sposa perfettamente alle parole inglesi. Già dai titoli di Dylan tradotto ci si rende conto che le traduzioni sono letterali eppure metricamente perfette, e anche i testi sono rispettati accuratamente nel significato. Non credo proprio che si perda poesia, anzi forse grazie al dialetto se ne guadagna un po’".

Dylan come la prenderebbe?
"Spero bene. In passato so che aveva impedito traduzioni che non gradiva in varie lingue, italiano compreso, ma qui siamo davvero nella traduzione letterale. Posso dire però che è strepitoso quello che ha appena fatto De Gregori? Considerando poi che aveva a disposizione l’italiano, lingua che metricamente si presta molto meno".

Il cd è prodotto e messo in vendita assieme a una plaquette dall’Officina delle Pietre dure di Monza.
"Sì, è bella l’idea di un oggetto artistico che ne contiene altre. Ma seguiranno anche concerti, per quanto il mio lavoro me lo permette. Il primo sarà sabato 29 ottobre al locale Nuvole Barocche di Sirtori, nel Lecchese".

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