Passa ai contenuti principali

Lissone pedonalizza il suo centro. Da noi continua la Desiolazione



Testo di Roberto Corti, nel programma elettorale con cui sostenuto dal Partito Democratico e dal centrosinistra si è presentato alle ultime elezioni comunali diventando il sindaco di Desio:
Così come realizzato in alcuni comuni a noi vicini è certamente auspicabile che il centro storico possa diventare un’area pedonale, non solo al sabato pomeriggio, ma in via permanente. Tale ipotesi ovviamente dovrà essere realizzata in piena concertazione con tutti gli interessati (commercianti e residenti), realizzando le opere necessarie al suo effettivo funzionamento come il necessario potenziamento dei parcheggi (prima) e la realizzazione di percorsi ciclopedonali adeguati (dopo).
A distanza di cinque anni, a pochi mesi dalla scadenza del suo primo (e speriamo ultimo) mandato, ci è venuto naturale fare una riflessione su questo aspetto, partendo da tre considerazioni lampanti ed inconfutabili: i parcheggi non sono stati potenziati, i percorsi ciclopedonali non sono stati realizzati ed il centro storico di Desio non è diventato un'area pedonale. E' evidente.
Nella vicina Lissone, leggiamo in questi giorni, entro un paio di mesi il centro diventerà pedonale. C'è appena stato l'ok e gli uffici comunali stanno lavorando per mettere in pratica questo progetto. Mentre Lissone cerca di trasformare e rivitalizzare il proprio centro con interventi strutturali, Desio continua a vivere di spot ed illusioni. Passeggiando per via Garibaldi e corso Italia, ma non solo,  le serrande abbassate sono tante. Ed aumentano. Sicuramente colpa della crisi, certo, ma non è che il contesto cittadino favorisca le attività commerciali. Si dovevano rilanciare la città ed il suo centro, ma così non è stato fatto. Programma elettorale docet.
Dell'idea del sindaco di fare una sorta di non meglio identificato centro commerciale nell'ex sede dell'Agenzia delle Entrate in corso Italia si è persa ogni traccia, relegata ad un paio di articoli di giornale, e sonoramente bocciata dai commercianti del centro. Rimane l'adesione ad un progetto finanziato da Regione Lombardia per la promozione delle aperture di marchi in franchising nei negozi sfitti, a cui ha aderito anche Lissone. Ma torniamo al punto di partenza: Lissone, con un centro pedonale, sta creando la cornice. Desio no.

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

Seregno, pisinca gratuita ad agosto per gli under 14. Perchè a Desio no?

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.