Passa ai contenuti principali

La libertà non si processa. Siamo tutti camicie verdi



E' incredibile quanto questo stato possa mostrare il suo lato peggiore. Quello che ci fa ancora, come sempre, gridare e lottare per la nostra indipendenza. Dopo 18 anni i PM hanno chiesto il rinvio a giudizio per 34 camicie verdi, accusati di "organizzazione militare parallela", che ora rischiano la reclusione. Un Follia se si pensa che le camice verdi sono state quello che si può definire il servizio d'ordine alle manifestazioni della Lega Nord.
E' da ben 19 anni che lo stato italiano perseguita gli appartenenti all’associazione Guardia Nazionale Padana, che oggi è una ONLUS di protezione civile, accusandoli di delitti come la banda armata e l’indipendentismo. Posto che sulla banda armata ci siano gli estremi di una persecuzione, ma quello di INDIPENDENTISMO che reato è? Il processo ad oggi non è ancora concluso semplicemente perchè fino a questo momento non hanno mai trovato nulla. E' difficile altresì pensare che, dopo tutti questi anni, possano oggi trovare qualcosa.
Lo stato vuole intimorire tutto il mondo indipendentista, ma sappiano gli italioti che non ce la faranno mai. 
La sentenza è attesa il prossimo 11 novembre, ormai manca poco. L'inchiesta era iniziata nel 1996, dopo la grande catena umana per l'indipendenza della Padania, con la dichiarazione di Venezia e milioni persone scese sulle rive del fiume a favore della secessione da roma. L'allora procuratore di Verona Guido Papalia aveva cominciato ad indagare sulla neonata Guardia nazionale padana e su alcuni militanti leghisti, accusati e perquisiti nelle loro abitazioni. Trattamenti che lo stato italiano, molto spesso, non riserva nemmeno ai veri delinquenti.
Ancora oggi, più forte che mai, sale il nostro grido di INDIPENDENZA e LIBERTA'. 

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

Seregno, pisinca gratuita ad agosto per gli under 14. Perchè a Desio no?

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.