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A Desio chiesero la testa del sindaco, a Roma no. Le due facce del PD



Lo diciamo da lombardi, da secessionisti e da leghisti. Di chi sia il sindaco di Roma, che per noi era e resta ladrona, non è che ci interessi molto. Così come del resto ci importa poco di chi sia il sindaco di Parigi, Londra o Madrid. Semplice curiosità dettata dalla passione politica, ma nulla di più.
Eppure, questa volta, ci siamo appassionati alle vicende della Città eterna. Quello che è successo a Roma è qualcosa di sconvolgente per la capitale di uno stato. Roba de andà là cunt ul fulciott e fare piazza pulita.

Un po' come successe a Desio nel 2010. Dalle indagini dell'operazione Infinito uscì un quadro desolatamente avvilente, che palesava i collegamenti tra criminalità organizzata ed una parte politica che amministrava la città. Una volta che la giustizia ha fatto il suo corso, la politica ha fatto il suo. Fu la Lega Nord a chiedere al sindaco Giampero Mariani di allontanare ogni ombra dalla sua amministrazione e fare piazza pulita. Lui purtroppo non ci ascoltò e noi della Lega, che niente avevamo in comune con certe torbide vicende, lasciammo la maggioranza di governo determinando lo scioglimento del consiglio comunale. Tutto questo, nonostante il sindaco non fu minimamente toccato da avvisi di garanzia o indagini. Giampiero Mariani sarà sempre ricordato come l'uomo che era: semplice e onesto. Non si può dire la stessa cosa di chi per anni ha girato tra i palazzi del comune e che - grazie al gesto della Lega - è uscito dalle stanze dei bottoni. E non ci è più tornato.
La stessa cosa è successa a Roma, ma - in quanto capitale - in termini molto più accentuati. È inutile che parli io degli scandali di Mafia Capitale. Non abbiamo niente in più da raccontare rispetto a quello che abbiamo letto sui giornali. E dei rimborsi e delle spese pazze di Marino, che è addirittura riuscito a farsi cazziare dal Papa, non vogliamo proprio disquisire. 

Vorremmo parlare del PD, Parito Democratico. Che forse si, era partito "democratico"...
A Desio, all'epoca dell'operazione a infinito urlando e sbraitando allo scandalo, chiedeva le dimissioni del sindaco e di tutta la sua giunta. Ci ricordiamo tutti le vibranti proteste di Lucrezia Ricchiuti e Roberto Corti, che sull'onda di questo riuscirono a costruirsi le carriere politiche da senatrice e sindaco. A Roma, oggi, il sindaco Marino alla fine si è dimesso lui. Non è stato mandato a casa da una parte della sua maggioranza che è uscita PULITA ED A TESTA ALTA dagli scandali, come avvenuto nella nostra città. Nella capitale italiota Marino non è stato mandato a casa dal PD. Forse per paura, forse per complicità.
A Desio il PD, che era all'opposizione, per giustizia e moralità chiedeva la testa del sindaco in quando rappresentante dell'amministrazione cittadina. A Roma non l'ha fatto. Addirittura l'attuale sindaco di Desio, che chiedeva a gran voce la testa di Giampiero Mariani, ha difeso fino all'ultimo Marino con tanto di post su Facebook.
Due pesi e due misure solo per tenere stretta una poltrona. Che brutta roba.

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