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Sì, la gente ne ha pieni i coglioni. Anche a Desio.



"La gente ne ha pieni i coglioni". Parole forti, specialmente se si pensa che la pronuncia di questa frase sia avvenuta durante il consiglio comunale di Desio, quello che si è svolto ieri sera. Parole forti, che tuttavia rappresentano il sentire di una parte molto consistente della cittadinanza. Parole volate dopo che da parte di un consigliere comunale è arrivata la proposta di accogliere in città nuovi profughi, attaccando pesantemente la posizione contraria e favorevole a fermare questo flusso arrivata da Regione Lombardia.
Una polemica, due modi diverse di leggere lo stesso problema. Da una parte c'è chi vede come unica uscita e salvezza per chi scappa dalle guerre la via del mare, quella in cui gli scafisti non sono nulla di più che il braccio operativo della criminalità organizzata, la mafia internazionale che specula e lucra sulla pelle di poveri disperati che, nella migliore delle ipotesi, trova un'effimera salvezza sulle coste italiane.
Coste italiane che, secondo molti, dovrebbero accogliere indistintamente tutti i poveretti che scappano da guerre, miserie e scampano alle morti delle violenze e del mare. Sì perchè, ricordiamolo, il tratto che separa la Sicilia dalle coste africane, è un cimitero sottomarino. Grazie a chi permette queste partenze disperate, che sono sempre gli stessi che permettono ai signori Buzzi, protagonista delle vicende di Mafia capitale, di lucrare sulla pelle di questa povera gente, come fosse una vera e propria tratta di esseri umani. Siamo negli anni duemila, che nel secolo scorso erano visti come l'apoteosi del progresso, ma avere uno smartphone in tasca non esenta l'umanità dall'aver fatto un salto all'indietro di secoli. Secoli bui, che ora si riaffacciano come zombie che escono dalle loro tombe. E' il passato che ritorna. 
Qualcuno ha lanciato un monito, dicendo che di questo passo "mandiamo alla deriva le nostre generazioni successive": chi ha proferito queste parole non ha ancora capito, e forse non lo capirà mai, che le generazioni alla deriva sono quelle successive alla sua. La generazione dei laureati senza lavoro, la generazione dei "bamboccioni", la generazione di chi forse lavorerà con contratti di fortuna, forse arriverà a maturare il diritto ad una misera pensione, la generazione di chi non è in grado di sostenere un mutuo per avere una casa o di chi non può pensare a programmarsi una vita perchè non ha la minima certezza per il suo futuro. Bell'eredità gli hanno lasciato quelli della generazione prima. Un'abbondanza effimera, prossima all'esaurimento. Altro che abbondanza sfacciata. Un'abbondanza che presto finirà davanti alle 35 euro al giorno di spesa che questo stato sostiene per aiutare quei poveracci che arrivano con i barconi. Soldi che pesano alle casse dello stato, che finiscono nelle tasche di cooperative ed indotto, che passano come ci insegna Mafia capitale per mani sporche di criminalità per creare accoglienza che viene ricambiata con poco apprezzamento.
Non sono fantasie i numerosi casi in cui i profughi - ma se preferite chiamiamoli rifugiati, migranti o clandestini - si sono ribellati: non gradivano il cibo cucinato, non gradivano la location in cui venivano ospitati, pretendevano la TV oppure sono scappati facendo perdere le proprie tracce. E' sufficiente fare una piccola ricerca sul web per apprendere queste notizie.
Così come è sufficiente farsi un giro per strada o parlare con gli amici per constatare la miseria che ci circonda: giovani senza futuro, giovani senza lavoro. Adulti senza futuro, adulti senza lavoro. Anziani senza presente. Un paese che ha poco da offrire ai propri cittadini, uno stato solo capace di chiedere sacrifici e rispetto delle scadenze fiscali. Uno stato che non è in grado di garantire casa e lavoro per i propri cittadini cosa ha da potere offrire a cittadini di altri stati? Poco, nulla. 
Una società in decadenza, che ha perso i propri valori e strappato le proprie radici, diventata ormai un fantasma di sè stessa. Una società pronta ed etichettarti come razzista se ti permetti di pensarla così. Una società che davanti al malessere di molti, un malessere diffuso ed in continua crescita, non si chiede perchè la situazione sia così degenerata. E' molto più semplice liquidare il tutto dando degli ignoranti alle persone. 
E' da razzisti dire che i barconi della morte vanno fermati. E' da ignoranti dire che non è giusto lasciare che delle persone siano costrette a scappare dalla propria terra di origine per vivere degnamente. 
Quanta ipocrisia in questo mondo: invocano l'integrazione, la pace ed il dialogo. Ma se non la pensi in un certo modo ti escludono bollandoti come un "fascista" senza volere capire perchè la tua posizione ai loro occhi può essere estrema. Vogliono la pace ma se non la pensi come loro arrivano ad impedirti di parlare, ti lanciano i sassi o ti distruggono i gazebo, ti spaccano le vetrine della sede (della Lega Nord). Vogliono il dialogo, ma qualunque sia la tua tesi è quella sbagliata.
In un mondo di tutti, le regole ci devono essere e devono essere in qualche modo rispettate. In un mondo di tutti, serve che tutti possano viverci in maniera degna. L'immigrazione incontrollata sta portando il mondo a diventare un grande bronx: l'ultimo caso, quello di eri sera su un treno proveniente da Expo e che sarebbe poi transitato anche da Desio, dei ragazzi sudamericani senza biglietto hanno ferito un controllore con un machete, che ha rischiato di perdere un braccio. Ma la vita di una persona ha lo stesso prezzo di un biglietto non pagato di un treno? E' questa la società che si sta affacciando sul nostro mondo. E' la società multirazziale, senza regole, invocata da molti. Che ci seppellirà. Ma la gente ne ha pieni i coglioni di tutto ciò.
Li ha pieni di vedere al TG immagini di uomini e donne straziati dal dolore, di barconi di disperati in partenza da coste di paesi disperati, di barconi che affondano portando morte e dolore, di stazioni trasformate in campi di accoglienza, di persone che speculano sul dolore, degli esempi di Mafia Capitale, dell'arroganza di chi si trova in un paese che li ospita e pretende senza dare, di chi non rispetta le regole. L'elenco è lungo, ma in troppi fanno finta di non saperlo.



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