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Decreto Sblocca Italia, cosa c'è oltre i rifiuti. Muore l'ambientalismo di governo

"Provvedimenti sbagliati o clientelari come lo Sblocca Italia", "un provvedimento che peggio di cosí non si può?": è la senatrice Lucrezia Ricchiuti a demolire il decreto fortemente voluto da Matteo Renzi, ma che lei stessa ha votato. Chissà come la pensano i suoi colleghi del Partito Democratico a Desio, che fanno della lotta all'inceneritore un cavallo di battaglia. Più che "Sblocca Italia", questo è un provvedimento sblocca spazzatura, che continua nella prassi di riempire il nord con i rifiuti provenienti dal resto del paese, costringendo ancora una volta la Lombardia e la Padania a pagare le inefficienze e l’incapacità delle altre regioni.

L'inceneritore di Desio

Con questo decreto sono state premiate le amministrazioni criminali che hanno generato l’emergenza rifiuti campana. Dove sono finiti gli ambientalisti-talebani che pullulano a sinistra? Spariti.
Chi fino ad oggi ha costruito un virtuoso sistema di smaltimento rifiuti, si è dotato di impianti propri e spinge sulla raccolta differenziata, dovrà sobbarcarsi altre migliaia di tonnellate di rifiuti, in barba alla meritocrazia e agli incentivi ai virtuosi. 

Il decreto "Sblocca Italia" ha messo sul piede di guerra anche le associazioni ambientaliste, che insieme a Regione Lombardia hanno fatto ricorso. "Abbiamo aderito alla richiesta fatta da associazioni ambientaliste quali la Fai, Mare Vivo, Wwf e Legambiente, per un'impugnativa davanti alla Corte Costituzionale dell'articolo 38 del decreto Sblocca Italia - ha detto il presidente Roberto Maroni - Noi vogliamo tutelare l'ambiente - ha spiegato il governatore lombardo - consentendo lo sviluppo di attività economiche, ma solo e sempre in armonia con l'ambiente". 

Jonny Crosio, Senatore della Lega Nord e capogruppo in commissione trasporti e lavori pubblici, ci spiega cosa ci sia in questo decreto, andando oltre la questione rifiuti ed evidenziando altri aspetti.
"La sinistra, per definizione, ostenta particolare sensibilità alle energie rinnovabili, all’ecologismo e alla tutela dell’ambiente. A New York a settembre Renzi intervenendo durante la conferenza ONU sui cambiamenti climatici, era sembrato il nuovo leader dei Verdi, una ambientalista ortodosso. Peccato che questo provvedimento rivela la natura della mutazione genetica della sinistra italiana: questo decreto è il “blocca rinnovabili” e lo “sblocca trivelle”. Renzi ha deciso di allontanare dal Paese qualsiasi investimento in tecnologia verde e innovazione, per puntare dritto sulle trivellazioni in particolare in mare. Vuole tirare fuori quelle poche gocce di petrolio che ci sono che secondo i dati del Ministero dello Sviluppo, non coprirebbero neppure due mesi dei consumi nazionali di petrolio. Siamo davvero increduli di fronte a questo cambiamento di rotta sugli investimenti per il fotovoltaico, persino l'Inghilterra tramite il proprio ambasciatore ha espresso molte perplessità sulla politica energetica che intende adottare Renzi. Chiaramente non abbiamo votato la fiducia. La nostra netta contrarietà è sia nel merito che nel metodo. Pochissime ore per parlare di argomenti fondamentali per lo sviluppo, nessuna apertura o concessione alle nostre proposte concrete. Pd e Ncd avevano talmente tanta fretta di portare in aula e di porre la fiducia su questo scempio che ci sono arrivati senza nemmeno aver concluso l'iter procedurale e senza i relatori. Chiunque altro con un minimo di senso morale, di rispetto per la politica e per le istituzioni avrebbe alzato bandiera bianca. Renzi il ciarlatano no e come nella peggiore delle tradizioni lui non si fa vedere e manda la Boschi a farsi insultare".

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