Passa ai contenuti principali

Alcool, sponsor vietato da regolamento ma il comune brinda alla salute

Bello l'ultimo numero di Desio Città, l'informatore comunale arrivato nelle case dei desiani durante le ultime settimane. Bello, patinato, colorato, pieno di informazioni utili scelte accuratamente dal sindaco, che ne è direttore responsabile, e dai suoi più stretti collaboratori.

Una rivista che entra nella case dei desiani dal 2000, ma che inspiegabilmente, nell'ultima uscita, viene dato come numero zero dell'anno zero. Che sia considerato un  numero zero ci può anche stare, dato che è il primo informatore a firma di Roberto Corti. Sull'anno zero ci permettiamo di esprimere qualche dubbio considerato che Desio Città non è certamente un nuovo prodotto editoriale. E' dunque l'anno quattordici, a meno che il sindaco di Desio non abbia intenzioni di adottare numerazioni che affondano le radici in altre ventennali memorie. Di questo, ne abbiamo già parlato.

Copertine a confronto: 2008, anno VIII. 2014, anno 0. A Desio il tempo scorre al contrario.

L'informatore comunale è una vetrina vera e propria che ha lo scopo di mettere in bella mostra alcune scelte di questa amministrazione, ma anche le sue contraddizioni. Una vetrina sovvenzionata dagli sponsor che hanno deciso di aderire all'iniziativa proposta e quindi farsi pubblicità sull'organo di informazione del comune, e si sa, i soldi non hanno colore. Poco importa se un regolamento - proposto dal sindaco e dalla sua giunta, votato all'unanimità dal consiglio comunale - escluda totalmente la possibilità di accettare sponsorizzazioni che riguardino la pubblicità diretta o collegata alla produzione o distribuzione di alcool. Il soldo è soldo, mentre il regolamento è solo un pezzo di carta prodotto per farsi belli e poi mettere nel cassetto senza più essere considerato. E' così che a pagina sette si trova la sponsorizzazione di un'attività che commercializza prodotti alcoolici. Una svista, una dimenticanza, la non conoscenza del regolamento (articolo 8, comma C). Di sicuro un problema secondario rispetto ad altri ben più urgenti da risolvere a Desio, ma sintomatico di come questa amministrazione lavori in maniera superficiale ed inadeguata. Ma non è finita.

Estratto del regolamento e sponsor 

A proposito di sponsor, spicca quello della Coop. Legittimo, regolare, trasparente, che sovvenziona un'amministrazione di centrosinistra. Strano, non se lo sarebbe mai aspettato nessuno. A pagina dodici, dedicata ai servizi sociali, c'è qualcosa di strano. Si tratta di un articolo a firma di una psicologa, con tanto di recapiti e sito web. Ma non si capisce se sia un'inserzione a pagamento oppure un professionista ospitato gratuitamente (e per quale motivo) sulle pagine dell'informatore, visto che l'articolo in questione ha impostazione grafica uguale agli altri. Nulla di male contro la professionista, giusto per capire. Dopotutto, se si trattasse di un redazionale, andrebbe segnalato. Ma in questo caso non c'è nessuna segnalazione. Mistero.

Così come sono un mistero le sperse effettuate per la manutenzione e l'installazione delle strutture ludiche nei parchetti pubblici, riportate a pagina sei.  In via Bosio sono stati spesi 658,43 euro per un gioco a molla, un castello ed un dondolo a bilico assiale. In via Segrè sono stati spesi 1.144,90 euro - quasi il doppio - per un solo castello. Come mai questa differenza di cifre? Andremo a controllare.

I numeri sui parchi giochi


Qualcuno ci ha segnalato, a pagina nove, le iniziative riguardanti la festa di Desio, che si è celebrata, come ogni anno, la prima domenica di ottobre. Da notare che il giornalino è arrivato nelle case di numerosissime famiglie ad ottobre inoltrato o ai primi di novembre, a festa passate ed avviso scaduto. Addirittura qualcuno non lo ha ancora ricevuto. Un tempismo perfetto.

Per finire, le ultime due pagine, quelle riservate ai gruppi consiliari. Ci sono altre sorprese. Anche in questo caso non si tratta di qualcosa che possa sconvolgere le nostre vite, ma ma di un chiaro segnale che evidenzia come, nel comune di Desio, ci sia una gestione davvero pressapochista. Tralasciamo il fatto che il gruppo "Lega Nord lista per Desio" venga chiamato semplicemente "Lega", probabilmente per questioni di spazio. La sorpresa è quella del gruppo consiliare di "Scelta civica", rappresentato da Tiziano Garbo, che però sul sito istituzionale del comune è classificato come rappresentante dell'UDC. Garbo, interpellato, sostiene di essere iscritto a Scelta Civica. Ma allora come mai non viene aggiornato il sito del comune? Ma non è tutto. Spulciando il regolamento dell'informatore comunale si scopre che le pagine riservate ai gruppi consiliari devono essere quattro, sfogliando la rivista si vede che le pagine dedicate sono solo due. Dettaglio di poca importanza, ma se le commissioni ed i consiglieri dedicano tempo a deliberare regolamenti, come mai poi l'amministrazione non li rispetta? Forse le regole, anche sugli argomenti che potrebbero sembrare di secondaria importanza, vanno bene solo quando fa comodo. Figuriamoci quelle sugli argomenti più importanti...

Tiziano Garbo rappresenta quale forza politica?




Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

Seregno, pisinca gratuita ad agosto per gli under 14. Perchè a Desio no?

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.