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Matteo Salvini: "Chi non sta con il Pd mi segua. Torneremo a vincere insieme"

Intervistato dal quotidiano on-line www.affaritaliani.it, Matteo Salvini scatta una fotografia sull'attuale scenario politico, parlando di immigrazione, economia, Euro e futuro del centrodestra.

Matteo Salvini
Matteo Salvini, un sondaggio Datamedia per il Tempo dà la Lega all’8%. Un bel salto. 
«Io di solito dei sondaggi non mi fido. Il sondaggio lo faccio ogni giorno sentendo l’edicolante, il tassista, il vigile. Comunque sarebbe il doppio dei voti rispetto a un anno fa». 

Che cosa ha permesso alla Lega di crescere così tanto?
«I messaggi chiari. Gli altri partiti tentennano. Noi invece diciamo che i vincoli europei sono una truffa. Che l’immigrazione è un’invasione pianificata. Che l’operazione Mare nostrum va chiusa domattina. Che la legge Fornero va cancellata». 

Secondo lei che cosa ha portato più consensi: la battaglia contro l’immigrazione o quella contro l’Euro?
«Tutte e due. E poi la battaglia sul lavoro. Che è molto diversa dalla manfrina di Renzi sull’articolo 18. Noi vogliamo cancellare gli studi di settore, proponiamo l’aliquota unica al 20% per tutti. Anche stare nelle fabbriche e tra i lavoratori serve». 

Visto che l’ha citato, che ne pensa della bagarre sull’articolo 18?
«Penso sia una presa in giro, tanto da parte di Renzi quanto da parte dei sindacati. Loro hanno sulla coscienza la legge Fornero. Il problema, in Italia, non è che gli imprenditori non possono licenziare. Ma che non possono assumere. Il Jobs act è aria fritta. Anzi, se introduce i mini lavori alla tedesca con stipendi da 400 euro al mese, è una ulteriore devastazione dei diritti». 

In una classifica dei leader che ispirano più fiducia agli italiani lei vien secondo dopo Renzi, con il 21%. Un bel patrimonio da cui ripartire, per il centrodestra. 
«Io non mi sento concorrente di nessuno né mi monto la testa. Questo “patrimonio”, diciamo così, è un’offerta. Se tutto il centrodestra riuscisse a essere chiaro e univoco, per Renzi sarebbero guai. Ma oggi non è così». 

Come si rivitalizza il centrodestra?
«Chiarendo che cosa si vuole fare. Renzi è più pericoloso di Monti, e se pensi che uno sia pericoloso, cerchi di bloccargli ogni iniziativa in Parlamento. Esempio: nel decreto stadi il governo infilato una norma sull’immigrazione che puntava a togliere 130 milioni di euro dal fondo per i rimpatri e metterli in quello per l’accoglienza. Un centrodestra normale, per una cosa del genere, dovrebbe fare le barricate. Il centrodestra non riparte dalle primarie o da un leader. Ma dalle proposte concrete. Per esempio, noi proponiamo la Flat tax. In Forza Italia c’è qualcuno che dice che potrebbe essere d’accordo… Si decidano».

Con Forza Italia avete affinità, ma anche divergenze profonde. 
«A Bruxelles, per esempio, noi stiamo con la Le Pen e abbiamo una visione alternativa dell’Europa e dell’Euro. Forza Italia è nel Ppe con la Merkel. Mi piacerebbe capire che Europa hanno in mente. Ripeto: io non impongo nulla. Metto le mie battaglie a disposizione del centrodestra». 

Nel frattempo la Francia ha deciso di sforare il vincolo del 3%. 
«La Francia ha detto: il vostro vincolo mi uccide, per cui me lo infilo nel taschino. L’hanno fatto i socialisti, fra l’altro. In Italia invece abbiamo la sinistra meno coraggiosa d’Europa, che non fa nulla anche se chiudono 107 aziende al giorno».

Quindi la vostra posizione sull’Ue e sull’Euro rimane la stessa?
«Certo. Per questa Europa si avvicina la resa dei conti. Il voto in Francia, in Svezia e pure in Germania mostra che il fronte anti euro sta crescendo ogni giorno di più. E non potrebbe essere altrimenti. Giusto la settimana scorsa ho chiesto a Cecilia Malmström se non pensa che le sanzioni contro la Russia siano idiote, visto che ci costano due miliardi. Noi giochiamo alla guerra con Putin, e intento lui ci chiude il gas e la Russia non compra i nostri prodotti. Bel guadagno». 

Voi verso Putin avete sempre dimostrato apertura. 
«Abbiamo portato avanti un dialogo, non solo per affinità, ma anche per interesse. Io il 10 ottobre parto per Mosca, incontrerò esponenti del governo e imprenditori russi e italiani. Perché qui ci sono migliaia di imprenditori che ci stanno rimettendo le penne. Andrò a dire che non siamo tutti Renzi, che c’è anche chi la pensa diversamente. Poi, in un momento storico in cui il nemico è l’estremismo islamico, Putin è un alleato importante». 

Anche perché l’estremismo ce l’abbiamo in casa. 
«Per questo non possiamo concedere neppure un metro, altro che accoglienza. Dell’islam ci occuperemo eccome. Ho chiesto a un’esperta come Souad Sbai di collaborare con noi». 

Avete nominato un responsabile dell’immigrazione, Toni Iwobi, di origini nigeriane. Immigrato e nero. Mossa furba. 
«È qui da trent’anni, si è dato da fare. Nel suo Comune è stato assessore ai Servizi sociali. È preparato. Per quello sta lì, non perché e nero, come avvenne con la Kyenge. Ma non voglio affrontare l’argomento».

Teme le macumbe?
«No, a certe cose non credo». 

E Berlusconi? Datamedia dà Forza Italia in discesa al 13,3%.
«Spero che Forza Italia riparta, anche perché in Veneto, Lombardia e in tanti Comuni governiamo assieme. E poi perché in questo momento serve un’opposizione forte a questa sinistra che parla tanto ma alla prova dei fatti è un vero disastro». 

Il 18 ottobre, a Milano, scendete in piazza per la manifestazione sull’immigrazione. 
«Non è una manifestazione, ma “la” manifestazione. Arrivano adesioni da tutta Italia, dai disoccupati come dai liberi professionisti. Persone che sentono parlare di dare 40 euro a chi sbarca qui quando loro non hanno lavoro. Sarà una manifestazione ovviamente pacifica, ma faremo in modo che nessuno, a Roma e a Bruxelles possa ignorarla». 

Fratelli d’Italia viaggia intorno al 4%. Lei e la Meloni siete il futuro del centrodestra?
«Con Fratelli d’Italia abbiamo battaglie comuni. La personalizzazione e la deificazione la lascio a Renzi. Però sicuramente la gente ha voglia di guardare avanti. Non si possono riproporre ricette di venti anni fa». 

Tra i vosti obiettivi c’è anche quello di prendere voti al Sud. 
«Entro ottobre presenteremo un soggetto indipendente dalla Lega, visto che non vogliamo colonizzare nessuno, il cui obiettivo è poprio quello di rispondere alle tante richieste che ci vengono dal Sud».

Mi dice due temi forti da cui il centrodestra dovrebbe ripartire?
«Intanto il sostegno al made in Italy, visto che ogni anno i tarocchi ci costano 60 miliardi. Poi la difesa delle forze dell’ordine, dato che il governo ha in mente di chiudere 200 presidi in tutta Italia. Farò scontento qualcuno, ma dico che le forze dell’ordine andrebbero accorpate. Abbiamo cinque corpi di polizia in Italia: fondiamoli».

Nell’orbita del centrodestra ruota pure un certo Corrado Passera...
«Uno che ha fatto il ministro con Monti, con la Fornero, ha finito. Non c’è alcuna possibilità di apertura». 

Qual è il suo sogno proibito? 
«Già lo sto vivendo, il sogno: essere segretario. Certo, poi come ogni leghista e autonomista ho radici profonde nella mia terra, a Milano. Che non ho mai visto così trascurata e impaurita. Sicuramente non la lasceremo a Pisapia». 

di Francesco Borgonovo

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