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Cava di via Molinara, rischio "Terra dei fuochi"? Lega Nord chiede convocazione di un consiglio comunale straordinario

Mancano 200mila euro per terminare le indagini sul sottosuolo della cava di via Molinara, al centro di un traffico di rifiuti scaricati illegalmente gestito dalla 'ndrangheta. Il comune non ha questi soldi, o quantomeno non li può spendere per colpa del Patto di stabilità imposto da Roma. Al termine delle indagini, i costi per la bonifica sono stimati in qualche milione di euro. Al momento la situazione resta di difficile risoluzione. Per questo motivo, la Lega Nord si è fatta promotrice della richiesta di un consiglio comunale straordinario per conoscere la posizione della giunta e avere delucidazioni sulle intenzioni della stessa in merito ad una situazione importante e delicata per la nostra città.

Mancano i soldi. La "terra dei Fuochi" di Desio non sarà bonificata.
I clan seppellirono tonnellate di rifiuti sotto terra: si rischia ora che il cromo arrivi alla falda.
Articolo di Alessandro Crisafulli, da "Il Giorno"

«C’è il rischio, molto serio e concreto, che non si arrivi mai alla bonifica». Lo scorso anno l’ipotesi - sconvolgente - fu avanzata da uno specialista del settore, Gianni Del Pero, geologo di Meda, consulente di parte per il Comune di Desio nel procedimento civile sulla famigerata maxi cava di via Molinara. Oggi, quel rischio, riguardante l’area periferica dove la ‘ndrangheta gestiva il suo ecobusiness, si fa sempre più concreto. Motivi economici, come spesso capita, visto che non si trovano i 200mila euro necessari per finire le indagini sul sottosuolo. Un po’ come fosse un angolo di «terra dei fuochi» in Brianza. A certificare il problema è anche il sindaco Roberto Corti, che alla domanda «proiettiamoci tra 20 anni, può escludere il rischio che quei rifiuti siano ancora sotterrati sotto la nostra città?», non sprizza molto ottimismo: «Non si può escludere, purtroppo noi stiamo facendo il possibile ma è tutto fermo: anche nei giorni scorsi l’assessore Valeria Vinci ha avanzato delle richieste agli organi competenti per smuovere le acque, ma senza terminare il piano di caratterizzazione non si può nemmeno entrare nell’ambito dei regionali che possono ottenere i finanziamenti per la bonifica». E i 200mila euro stimati, al momento, nessuno vuole metterli: «Sarebbero a carico nostro visto che manca l’intervento di chi è stato responsabile di quello scempio - prosegue Corti -, ma con la situazione economica attuale e i vincoli che abbiamo non è facile poterli stanziare». «Abbiamo anche avanzato 6 mesi fa la richiesta a Pedemontana di coprirli lei - aggiunge l’assessore al Territorio Daniele Cassanmagnago -, visto che da quella zona passerà il tracciato autostradale, ma stiamo ancora aspettando una risposta».
La vicenda resta intricata, visto il caso giudiziario che la riguarda. E se anche si dovessero trovare i soldi per il piano di caratterizzazione, poi servirebbero quelli per la bonifica vera e propria: 5 milioni di euro, con l’asportazione di tutto quanto seppellito. L’obiettivo del sindaco è di rivalersi sui responsabili, che però risulterebbero nullatenenti (c’è anche una richiesta del Comune di 3 milioni di risarcimento per il danno ambientale). C’è l’opzione Pirellone per avere dei finanziamenti, ma prima occorre un iter complesso affinché la cava sia inserita nei siti contaminati di interesse regionale da bonificare. Quindi, il rischio è la paralisi a tempo indeterminato. «E a medio termine il cromo, l’inquinante più preoccupante, potrebbe arrivare in falda – ha spiegato Del Pero - ; mentre se si partisse oggi in due anni l’area sarebbe ripulita». L’area dove furono registrati nel 2008 8 arresti e 20 indagati, con a capo i fratelli Fortunato e Giovanni Stellitano. Ben 15mila metri quadrati, con almeno 100mila metri cubi di materiali all’interno.


  • Questa la richiesta di convocazione starordinaria del consiglio comunale specifico su questo argomento. Oltre ai consiglieri comunali Stelio Pozzi, Andrea Villa, Antonio Zecchin e Riccardo Mariani del gruppo Lega Nord Lista per Desio, hanno aderito anche Paolo Di carlo (M5S), Tiziano Garbo (UDC), Vincenzo Bella, Sergio Pozzoli e Filippo Ielo (Gruppo Misto) più il consigliere Mattia Costanza (Desio 2000) che pur non avendo sottoscritto la richiesta perchè assente allo scorso consiglio, ha fatto sapere di condividerla.

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