Passa ai contenuti principali

“Uniche modifiche possibili sono quelle in senso restrittivo”: il sindaco di Bovisio Masciago sulla legge Bossi-Fini

In questi giorni di dibattito circa l'abolizione della legge Bossi-Fini, riceviamo il contributo di Emanuele Galimberti, sindaco di Bovisio-Masciago. Una presa di posizione netta e decisa che molti più primi cittadini, a partire da quello di Desio, dovrebbero seguire ed imitare.

Emanuele Galimberti, sindaco
di Bovisio Masciago
“Le parole del Premier Letta e del Ministro Kyenge sull’abolizione del reato di immigrazione clandestina sollevano serie preoccupazioni, in particolare per chi si trova ad amministrare un comune in un periodo difficile come questo. Per quanto mi riguarda voglio esprimere totale e netta contrarietà a una revisione della Legge Bossi – Fini che abbia come scopo quello di rendere più facile l’accesso degli immigrati sul territorio nazionale.
Aprire a un’immigrazione senza regole significa peggiorare la già drammatica condizione economica del Paese e i primi su cui andrebbero a ricadere gli enormi costi di queste misure saranno certamente i Comuni, costretti a far fronte a nuove richieste, con conseguenze catastrofiche sui bilanci. Il periodo attuale è pessimo e, con le poche risorse rimaste, le amministrazioni, che già oggi faticano a sostenere le domande di posti negli asili e nelle case popolari, di assistenza sanitaria e sociale, andrebbero definitivamente al collasso.
Bisogna quindi rendersi conto che, per come stanno le cose, le uniche modifiche possibili alla legge sull’immigrazione sono quelle in senso restrittivo. Per questa ragione parteciperò alla manifestazione della Lega Nord di sabato 12 a Torino per chiedere nuove e più stringenti regole d’ingresso e più sicurezza per i nostri cittadini.”

Emanuele Galimberti
Sindaco di Bovisio Masciago

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

Seregno, pisinca gratuita ad agosto per gli under 14. Perchè a Desio no?

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.