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Forno inceneritore, Desio chiede la testa di Copreni. No al progetto di potenziamento

Il consiglio comunale di Desio ha approvato una mozione di sfiducia presentata dalla Lega Nord nei confronti del presidente di BEA, la società che gestisce il forno inceneritore di Desio. Lo spiega Alessandro Crisafulli, in un articolo da "Il Giorno" di sabato 2 marzo.

È DAL CONSIGLIO comunale di Desio, questa volta, quasi per intero, e non dal solo sindaco Roberto Corti, che arriva una “bordata” verso Brianza Energia Ambiente e, in particolare, il presidente storico Alcide Copreni. Con tanto di richiesta immediata di dimissioni dello stesso numero uno dell’azienda partecipata e di azzeramento del Consiglio di amministrazione. Sia quello di Bea che quello, fresco di nomina, di Bea Gestioni, cioè la nuova società creata ad hoc per portare avanti il contestatissimo Piano industriale approvato pochi mesi fa (che prevede aumento dei rifiuti a 85 mila tonnellate, Comuni soci vincolati per 20 anni, ingresso di un socio privato al 40% e lavori di ammodernamento per 32 milioni).

UNA RICHIESTA bipartisan, quella avanzata giovedì sera in Consiglio comunale: la mozione presentata dalla Lega Nord infatti è stata approvata con soli due consiglieri contrari e un astenuto. A presentare il documento, intitolato “mozione Brianza Energia Ambiente ricorso al TAR e richiesta di assemblea straordinaria” è stato il capogruppo lumbard Silvio Arienti. Tre le richieste chiave: la revoca della deliberazione dell’Assemblea di Bea in cui si è stata presa la decisione di ampliare il forno inceneritore, la mozione di sfiducia nei confronti del Presidente e dei membri del Cda, la nomina di un nuovo Cda.
«Il Piano Industriale approvato non fa emergere una convenienza economica certa per i Comuni Soci, oltre a non presentare rilevanti innovazioni tecniche - è evidenziato nel documento -; l’equilibrio economico è vincolato al conferimento del quantitativo di rifiuti non ancora autorizzato dal Piano Regionale (85/90.000 tonnellate); la previsione di 20 anni di conferimento obbligato da parte dei Comuni Soci vanifica la possibilità di aumentare la parte di raccolta differenziata degli stessi, inibendo il perseguimento di politiche amministrative volte al raggiungimento di obiettivi quali il Piano Rifiuti Zero; sussiste la ragionevole previsione di un extra costo per i Comuni Soci, in caso i conferimenti non raggiungano le quantità di rifiuti da trattare vincolanti per l’equilibrio economico del piano adottato. Si creerebbe così una disparità di trattamento fra i cittadini utenti, in quanto quelli dei Comuni Soci, per assurdo, si troverebbero a pagare di più dei cittadini dei Comuni non soci». «Verificandosi tale situazione - prosegue la mozione - potrebbero configurarsi profili di incostituzionalità nonchè di danno economico emergente, indotto ai Comuni Soci, con le conseguenze di legge». Da tutte queste premesse, ecco le proposte di azzeramento del Piano e dei vertici aziendali. Anche perchè «si è proceduto, con inusuale rapidità , alla costituzione della società BEA Gestioni, con conseguente nomina degli Amministratori, vincolando quindi le scelte per un triennio».

LA PROPOSTA, approvata, è quindi quella di invitare il sindaco Roberto Corti a chiedere, come previsto dallo statuto dell’azienda, la convocazione di una seduta straordinaria dell’Assemblea dei Soci, per revocare le decisioni del 26 ottobre 2012. «Il documento è positivo e importante, dopo 20 anni si possono e si devono aprire scenari nuovi nella gestione e servizio al territorio», ha detto il consigliere Sergio Mariani della Sinistra per Desio, che ha proposto alcuni emendamenti, poi accettati, in particolare per chiedere a Bea di considerare soluzioni alternative. Voce fuori dal coro il consigliere Vincenzo Bella ex Pdl ora Gruppo Misto: «Non capisco questo ordine del giorno – ha obiettato - e non so che finalità abbia. Singolare la richiesta di dimissioni del presidente, che viene paradossalmente accusato di una inusuale rapidità: l’efficienza adesso è diventata una colpa?». «E’ normale che la Lega chieda le mie dimissioni, lo fa da 20 anni – replica Alcide Copreni -, ci sono quindi abituato. Deve essere chiaro che le funzioni le esercitano gli organi preposti e non certo le segreterie di partito».

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