Passa ai contenuti principali

Desio - Se gli appalti sono risultati regolari adesso chiedete scusa ai tre indagati

«SE ERANO regolari, come certifica il dirigente comunale, allora chiedano scusa: era tutta una marchetta pre-elettorare», il j’accuse, pesante, della Lega Nord. «Fantasie...», la replica, netta, del sindaco Roberto Corti. E’ scontro aperto, a Desio, sulla questione degli appalti pubblici “sospetti” deflagrata due mesi fa con il blitz dei carabinieri in municipio, le perquisizioni nell’ufficio tecnico e i tre indagati: il funzionario comunale responsabile dell’ufficio appalti e due imprenditori.

Nei giorni scorsi, la questione è riemersa con forza perchè proprio le due gare sulle quali si sarebbero concentrate le attenzioni della magistratura, per le presunte irregolarità, sono andate a buon fine, con l’assegnazione dei lavori alle ditte degli imprenditori indagati. Immediatamente le determine sono finite sotto la lente dell’opposizione: «...Il tutto fino a quello che potrebbe essere un possibile epilogo della vicenda – evidenzia la sezione cittadina del Carroccio - l’8 marzo, con le determine 177 e 178, il Direttore dei Lavori Pubblici provvedeva a concludere le procedure di gara degli appalti sospetti, dichiarando al punto 2 di entrambi i documenti «di ritenere regolari le operazioni di gara» e al punto 3, «di approvare il verbale di gara», aggiudicando i lavori alle ditte sospettate - insieme al funzionario comunale - della presunta turbativa d’asta». Un esito che ha lasciato stupiti i leghisti: «Cosa è successo? Perché tanto clamore? Perché Desio è stata nuovamente infangata e vilipesa? Perché tre persone sono state messe in una inaccettabile gogna mediatica? Forse per favorire la scalata politica di qualcuno?». Chiara l’allusione al vicesindaco Lucrezia Ricchiuti, nei giorni di campagna elettorale, poi andata a segno, per il Senato.
«Oggi il vostro unico dovere è quello di chiedere scusa! – attaccano i leghisti -. Prima di tutto alla città e ai suoi abitanti, e poi alle tre persone che sembrerebbe ingiustamente messe alla berlina. Se così non è, e continuate a ritenervi nel giusto, attenetevi a quanto dichiarato dalla Senatrice Ricchiuti: «rispettare e far rispettare la legalità a 360 gradi, in ogni atto che si firma qui dentro» e chiedete al Direttore dell’area tecnica perché ritiene che le due gare sospette si siano svolte, invece, in maniera regolare». «La nostra segnalazione alle forze dell’ordine non ha riguardato persone – replica il primo cittadino -, bensì alcune gare pubbliche, proceduralmente ineccepibili, ma con esiti che ad un occhio attento sono sembrati un po’ strani. Le indagini sono in corso e nessuno può oggi sapere quali saranno le conclusioni».

Articolo di Alessandro Crisafulli

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

Seregno, pisinca gratuita ad agosto per gli under 14. Perchè a Desio no?

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.