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Desio, appalti sospetti? Il vicesindaco denuncia, per il suo dirigente è tutto regolare

Gli appalti sospetti denunciati dal vicesindaco Lucrezia Ricchiuti erano regolari. Lo ha stabilito l'architetto Luigi Fregoni, dirigente del settore tecnico al Comune di Desio, in una determina agli atti dell'amministrazione. Chi parlava di una marchetta elettorale per la candidatura al Senato, forse non aveva tutti i torti. La Lega Nord di Desio ripercorre la vicenda in una lettera aperta indirizzata al sindaco Roberto Corti e alla sua maggioranza di centrosinistra.



Lucrezia Ricchiuti
Il 30 gennaio 2013 il quotidiano “Il Giorno” pubblicava: "Desio, appalti sospetti. Il vicesindaco Ricchiuti: “È il nostro dovere far rispettare la legalità”. «Ancora Lucrezia Ricchiuti. È del vicesindaco di Desio […] la pulce messa nell’orecchio dei Carabinieri, che ha fatto scattare le indagini, sfociate ieri mattina nella perquisizione in Comune». Dichiarazioni, estratte da quell’articolo di giornale, che continuavano così: «Stiamo solo facendo quello per cui siamo stati eletti -spiega il vicesindaco, cioè rispettare e far rispettare la legalità a 360 gradi, in ogni atto che si firma qui dentro. Il controllo e la verifica di ogni aspetto e passaggio dei vari procedimenti è necessario per accertarne la regolarità. Se ci sono dubbi è bene segnalarli, ed è quello che abbiamo fatto in quella che poi è diventata l’indagine dei Carabinieri».
Ma non solo. Le dichiarazioni del vicesindaco (ormai Senatrice della Repubblica) vanno ben oltre: «Non è una cosa sorprendente purtroppo. La corruzione in Italia è una triste consuetudine. Ci sono dati sempre più allarmanti su questo fronte, quindi non si può e non si deve mai abbassare la guardia».

Il Municipio di Desio
La vicenda è quella delle ultime perquisizioni svolte (il giorno prima delle dichiarazioni della Senatrice Ricchiuti) dai Carabinieri della Compagnia di Desio presso il Municipio, ed in particolare all’interno dell’ufficio tecnico. Perquisizioni ed indagini che sono state avviate da una segnalazione di Lucrezia Ricchiuti, in merito a due gare d’appalto che si sarebbero -evidentemente- svolte in modo non regolare.
In quei giorni, solo casualmente in periodo preelettorale, i mezzi di informazione si sono precipitati a commentare il nuovo scandalo che ha investito la Città di Desio, additata ancora una volta come la “Città del Malaffare”, con continui richiami al c.d. “Processo alla Cricca” in corso di svolgimento al Tribunale di Monza. Tutti -bene o male- si sono chiesti chi fossero le persone coinvolte, quali gare d’appalto erano sotto indagine e di chi fossero le responsabilità di un eventuale mancato controllo. Poi abbiamo aperto il “Cittadino” del sabato (2 febbraio) ed il “Giornale di Desio” del martedì successivo (5 febbraio), dove abbiamo visto il “mostro sbattuto in prima pagina”, fotografato in mezzo a decine di militari, che veniva accompagnato nel proprio ufficio per la perquisizione. Si perché i giornalisti -quella mattina- erano già presenti sul piazzale antistante il Municipio: avvisati da qualcuno, per documentare e fotografare quanto stava avvenendo, e anche per partecipare alla conferenza stampa del Sindaco e della sua vice! «Abbiamo capito subito che qualcosa non andava, c’era qualcosa di poco chiaro. Per questo motivo ci siamo rivolti ai Carabinieri», spiegava il Sindaco quel giorno.

Dai giornali abbiamo potuto apprendere i nomi delle persone coinvolte nell’indagine: Roberto Santambrogio, Stefano Parravicini e Alfredo Crotti, tutti accusati (per quanto si poteva sapere) di turbativa d’asta, che per un funzionario pubblico è -insieme alla corruzione- uno dei reati più gravi ed infamanti. Poi -col passare dei giorni- nuovi particolari sulle gare d’appalto: una relativa a opere di manutenzione stradale e l’altra riguardante il rifacimento della segnaletica stradale. Infine il silenzio mediatico e dell’Amministrazione (e le elezioni): pochi articoli per narrare scarni particolari e nessuna comunicazione da parte del Sindaco al Consiglio Comunale. Del vicesindaco nemmeno più l’ombra: troppo impegnata a cercare, sulla piantina di Roma, dove si trova Palazzo Madama…

Luigi Fregoni
Il tutto fino a quello che potrebbe essere ‘un possibile’ epilogo della vicenda: l’8 marzo 2013, con le determine n° 177 e 178, il Direttore dell’Area Lavori Pubblici provvedeva a concludere le procedure di gara degli appalti sospetti, dichiarando espressamente al punto 2 di entrambi i documenti “di ritenere regolari le operazioni di gara” e, al successivo punto 3, “di approvare conseguentemente il verbale di gara”, aggiudicando i lavori alle ditte sospettate -insieme al funzionario comunale- della presunta turbativa d’asta. Quindi: cosa è successo? Perché tanto clamore? Perché Desio è stata nuovamente - insieme ai Suoi Cittadini- infangata e vilipesa? Perché tre persone sono state messe su una inaccettabile “gogna mediatica” e “violentate” nel proprio vivere sereno? Forse per favorire la scalata politica di qualcuno? Ma l’architetto Luigi Fregoni, che può vantare esperienze da dirigente in altri comuni pesantemente assediati dalla criminalità (come ad esempio Buccinasco) e che ha sempre goduto della massima fiducia da parte di questa Amministrazione, sulla questa vicenda la pensa forse diversamente dalla Senatrice e dal Sindaco? Tanto da ritenere regolari le operazioni di gara, nonostante l’inchiesta in corso.

Oggi il Vostro unico dovere è quello di chiedere scusa! Prima di tutto alla Città e ai suoi abitanti, e poi alle tre persone che sembrerebbe siano state ingiustamente messe alla “berlina”. Persone che si sono viste guardare con sospetto da amici, parenti e colleghi; che si sono ritrovate isolate e forse anche calunniate, e certamente colpite nello spirito. Se così non è, e continuate a ritenervi nel giusto, attenetevi scrupolosamente a quanto dichiarato dalla Senatrice Ricchiuti: «rispettare e far rispettare la legalità a 360 gradi, in ogni atto che si firma qui dentro» e chiedete al Direttore dell’area tecnica perché ritiene che le due gare sospette si siano svolte, invece, in maniera regolare. Ma ricordate che la legalità è una virtù cui tutti devono aspirare, desiderare e ricercare, senza farsene però accecare fino a calpestare i diritti delle persone.

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