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Desio, chiesti otto mesi per l'ex capo ufficio tecnico

Desio, 22 marzo 2013 - Otto mesi di reclusione con il rito abbreviato per abuso in atti d'ufficio. E' la richiesta di condanna presentata dal pm Donata Costa all'udienza preliminare davanti al giudice del Tribunale di Monza Licinia Petrella per Rosario Perri, l'ex capo dell'ufficio tecnico del Comune e dimissionario assessore della Provincia di Monza (quando il suo nome è uscito tra le carte dell'inchiesta 'Infinito' sulla 'ndrangheta in Brianza) già sotto processo al Tribunale di Monza per corruzione insieme all'ex golden boy del Pdl in Brianza Massimo Ponzoni e altri nell'ambito dell'inchiesta sul Pgt di Desio.

Il Comune di Desio si è costituito parte civile con l'avvocato Enrico Giarda. che ha chiesto un risarcimento dei danni milionario pari al mancato introito per l'amministrazione comunale per la mancata realizzazione del progetto in questione: quello della convenzione siglata con il gruppo Addamiano nel 2007, che prevedeva la cessione gratuita del capannone da 4 mila metri quadrati del Polo Tecnologico dalla proprietà privata al Comune in cambio del permesso di costruire la torre da 22 piani che ancora giace con il suo scheletro incompiuta dopo le difficoltà economiche del costruttore.

Secondo l'accusa, il documento approvato dal consiglio comunale nel giugno 2007 risulta diverso rispetto a quello registrato presso il notaio, sottoscritto da Perri. Nell'atto, firmato da Perri per il Comune e da Matteo Addamiano per la proprietà privata nell'agosto 2007, è inserita infatti la clausola di un'ipoteca per 32 milioni di euro. Clausola che invece non compare nel documento approvato dal consiglio comunale. A garanzia dell'esatto adempimento dell'obbligazione e cioè della cessione del capannone la società Polo Tecnologico Brianza si obbligava a produrre una fideiussione per 2 milioni e mezzo di euro.

La questione era stata sollevata in aula nel 2010 con un'interrogazione da Lucrezia Ricchiuti, allora consigliere comunale d'opposizione (Pd) e ora vicesindaco. Secondo la pubblica accusa, sussiste il reato di abuso in atti d'ufficio perchè la convenzione con ipoteca avrebbe procurato vantaggio al privato, nel caso il progetto fosse andato in porto e danni invece all'amministrazione pubblica, che si sarebbe trovata una proprietà gravata da un'ipoteca. Dal canto suo, Rosario Perri, difeso dall'avvocato Raffaele Della Valle, sostiene che è stato il notaio a dichiarare che, per ovviare all'ipoteca, si poteva ottenere la fideiussione in garanzia. E Perri si è limitato a seguire le indicazioni del notaio. La difesa ha quindi chiesto che Perri venga assolto dall'accusa contestata. Il giudice deciderà nella prossima udienza fissata per il 7 maggio.

Da "Il Giorno" di venerdì 22 marzo 2013

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