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In tribunale vince il buonsenso, respinto il ricorso contro il divieto di burqa



In Lombardia è  vietato entrare negli edifici della Regione a volto coperto. La decisione, assunta dalla giunta guidata da Roberto Maroni, è stata confermata ieri, con il respingimento del ricorso avanzato dalla Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione) insieme ad altre associazioni. Lo ha annunciato l'assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali spiegando che e' stata deposita la sentenza del Tribunale di Milano.

In Lombardia, infatti, dallo scorso primo gennaio e' vietato l'ingresso negli ospedali, nelle sedi istituzionali della giunta e degli enti e societa' del sistema regionale a chi indossa burqa, niqab o oggetti che impediscano il riconoscimento. "Oggi e' una bella giornata per la Regione. Si tratta di una vittoria importantissima a tutela della sicurezza di tutti", ha commentato Bordonali.
Anche noi ci uniamo al suo commento positivo, con l'auspicio che questo sia solo uno dei primi paletti che vengono ben fissati nel terreno, segnando un limite che non si possa più superare. Questi cartelli che prescrivono l'ingresso nelle strutture regionali a volto scoperto, si trovano anche presso l'ospedale di Desio.

"I cartelli affissi in ospedali e in altre strutture - ha spiegato l'assessore  Bordonali - sono del tutto legittimi e non discriminatori in quanto la tutela della pubblica sicurezza in luoghi determinati di particolare affluenza costituisce ragionevole motivo per imporre alcune limitazioni al fine della identificazione e del riconoscimento di coloro che vogliono accedere a luoghi pubblici".

"La sentenza e' estremamente chiara per le motivazione e per i riferimenti giurisprudenziali che la accompagnano. Credo possa costituire - ha concluso Bordonali - un precedente giurisprudenziale importante per tutte le questioni che spesso insorgono sul tema del velo integrale". I ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese.

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