Passa ai contenuti principali

Giovedì la Lega Nord ha incontrato il Prefetto per informarlo sulla situazione politica locale

Così i consiglieri comunali della Lega Nord riassumono l'incontro avvenuto giovedì pomeriggio con la dottoressa Giovanna Vilasi, Prefetto della Provincia di Monza e Brianza. Nell'incontro, che si è svolto in clima di serenità, i rappresentanti del Carroccio hanno ribadito le proprie posizioni, confrontandosi col Prefetto sulle motivazioni che hanno portato il clima politico locale a diventare incandescente. Di seguito il comunicato stampa diramato alle testate giornalistiche.



"Abbiamo spiegato al Prefetto come si sono svolti i fatti relativi all'ultimo consiglio comunale, evidenziando la nostra estraneità ad ogni forma di contestazione violenta. Anzi, noi stessi abbiamo ricevuto pesanti insulti da una parte del pubblico presente in sala. Il messaggio che sindaco e maggioranza vogliono far passare è distorto, falso e fuorviante.

Con una guida più ferma e decisa da parte del presidente, il consiglio comunale avrebbe potuto proseguire. Mostrare una bandiera non è un atto sovversivo e nemmeno provocatorio, soprattutto se viene fatto mentre si commemorano i morti di un attentato terroristico, come quello avvenuto di recente in Russia. 

Il clima teso che si è venuto a creare nelle ultime settimane, non fa bene alla maggioranza e nemmeno alla minoranza, occorre trovare il modo per rasserenare gli animi. Siamo disponibili, come già manifestato, a dialogare con l'amministrazione purchè da parte del centrosinistra ci sia la medesima disponibilità e si smetta di addossare alla Lega Nord responsabilità che non ha.

La maggioranza che ha la responsabilità di governare deve gestire in modo diverso i rapporti con la minoranza che ha la responsabilità di controllare
Le risposte alle interrogazioni dei consiglieri di minoranza molto spesso arrivano ben oltre i quindici giorni previsti dal regolamento del consiglio comunale. Spesso ci siamo sentiti dire che per avere risposta a certi quesiti era sufficiente sentire gli uffici, nello stesso modo quando chiediamo alla struttura la parte politica ci accusa di ingolfare il lavoro degli uffici. Di una commissione convocata oltre un mese fa, non c'è ancora il verbale nonostante diverse sollecitazioni. La conferenza dei capigruppo è ridotta ad una mera ratifica degli argomenti da trattare in consiglio comunale, non c'è spazio per approfondire certi temi e non c'è una visione nell'organizzare i lavori consiliari. Delle visite in comune da parte della Guardia di Finanza, si è saputo per via "informale" e non per via ufficiale da parte del sindaco, lasciando così spazio al correre di notizie fuori controllo, una miglior comunicazione avrebbe potuto evitare polemiche. I post e le dichiarazioni del sindaco e di alcuni consiglieri di maggioranza, che hanno ricostruito in modo parziale e fazioso quanto avvenuto in consiglio comunale, non ha contribuito certamente a smorzare i toni, ma scaldare gli animi.

Vedremo se un confronto servirà riportare la situazione alla normalità, augurandoci che nessuno si tiri indietro dalle proprie responsabilità e tutti vogliano dare un segnale di maturità politica".

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

Seregno, pisinca gratuita ad agosto per gli under 14. Perchè a Desio no?

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.