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Hanno le mani bucate: spendono, spandono e non sanno quel che fanno.



Ogni comune è obbligato ad avere una specie di salvadanaio, da usare per mettere da parte dei soldi da usare in caso di necessità. Questo salvadanaio si chiama "fondo di riserva". Ogni volta che la Giunta effettua un prelievo da questo fondo, è obbligata a comunicarlo al consiglio comunale.

Nel corso di quest'anno, il sindaco Roberto Corti (Partito Democratico) ed i suoi assessore hanno rotto per ben quattro volte il salvadanaio, prelevando una cifra totale che supera le 800 mila euro. Un bel po' di soldini, che non si capisce bene come siano stati spesi. Nel consiglio comunale di giovedì scorso, 20 ottobre, a precise richieste da parte dei consiglieri della Lega Nord e degli altri gruppi di opposizione, l'assessore al bilancio non ha saputo dare risposta.

Ma andiamo con ordine. Come abbiamo già detto, il fondo di riserva è stato utilizzato per quattro volte: troviamo riscontro di questi prelievi nelle delibere numero 88 del 12/04/2016, numero 109 del 28/04/2016, numero 129 del 17/05/2016 e numero 171 del 12/07/2016. Tutte si possono facilmente scaricare e consultare dall'albo pretorio sul sito del Comune di Desio. La somma dei prelievi di cassa effettuati è di 852.174 euro. Non proprio noccioline.

Al momento di comunicare al consiglio i prelievi effettuati, l'assessore al bilancio Jennifer Moro (Partito Democratico)  ha illustrato solamente la delibera relativa a quello effettuato il 12 aprile, per un importo di 11 mila euro prelevato dalla cassa. Delle altre tre delibere, che riguardano tutto il resto di ciò che è stato speso, non è stata proprio fatta menzione. Anche nella delibera di presa d'atto presentata ai consiglieri comunali, l'unica delibera analizzata in dettaglio con tanto di tabella è sempre quella del 12 aprile. Per le altre, solo due righe che informano sugli importi prelevati: dal fondo di cassa 618.899,79 euro nella delibera del 28 aprile, 35.861,86 nella delibera del 17 maggio e 186.414 euro nella delibera del 12 luglio su "vari capitoli di bilancio". Oltre alla cassa, i prelievi hanno riguardato anche la parte di competenza: 3.000 euro il 17 maggio per un contributo alle scuole medie Rodari e 20.000 euro per le spese legali.

Per tutto il resto serve spulciare le varie delibere, controllando attentamente gli allegati che, entrando (quasi) nello specifico evidenziano quali capitoli di bilancio siano stati rimpinguati con tutti questi prelievi. Di variazioni ce ne sono diverse. Tante delle quali riferite ai servizi sociali, e in particolare modo al "Piano di zona", su cui racconteremo un aneddoto in un prossimo post.

Al momento della richiesta di chiarimenti, però, le risposte non sono arrivate. L'unica cosa emersa chiaramente è che nel 2016 il comune di Desio si era dimenticato di rinnovare la sua quota di adesione al processo di Agenda 21, un programma di azione su temi di ambiente e sviluppo, portato avanti insieme agli comuni colpiti dal disastro ICMESA di Seveso. Per il resto, nulla. L'assessore ai servizi sociali, che avrebbe potuto rispondere ad alcune richieste era assente, come (quasi) sempre. Il sindaco aveva lasciato la seduta per impegni di famiglia, era assente. L'assessore al bilancio, invece, a precisa domanda non è stata in grado di rispondere. Anzi, addirittura ha sostenuto quanto questa amministrazione sia trasparente. "Sì, talmente trasparente che gli assessori non si vedono nemmeno", ha ribattuto ironicamente il consigliere Andrea Villa (Lega Nord), che sull'argomento aveva richiesto numerosi chiarimenti. E sempre l'assessore, alla richiesta del consigliere Luca Ghezzi (Lega Nord) sulla mancata convocazione di una commissione bilancio per approfondire in quella sede i temi, ha risposto dicendo che la convocazione non è suo compito, scaricando il barile a Marco Beretta della lista Desio Viva e presidente della commissione bilancio. Una maggioranza in ordine sparso, che non ha saputo dare risposte ed ha cercato di scaricarsi le colpe a vicenda.

L'unica cosa certa è che quelle ottocentomila euro sono state prelevate. E che l'assessore al bilancio non sappia come siano stati spesi quei soldi, che però sono stati utilizzati. Il presidente del consiglio comunale, resosi conto della piega che stava prendendo la discussione, ha pensato bene di chiuderla ed invitare i consiglieri a porre i loro quesiti rivolgendosi agli uffici, via e-mail o presentandosi di persona. Oppure, a presentare le richieste sotto forma di interrogazioni. Ma il dato non cambia: alle richieste, legittimamente poste in consiglio comunale, l'amministrazione non ha saputo rispondere.


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