Passa ai contenuti principali

Migranti ad Agrate, risottata di Giovani padani e Lega: “Chi scappa dalla guerra non butta via il cibo”



La mattina di domenica 10 luglio ad Agrate Brianza i Giovani Padani della Brianza hanno organizzato, in collaborazione con la sezione cittadina, una risottata in piazza S. Eusebio, di fronte alla chiesa, per denunciare il grave fatto avvenuto nel campo profughi locale e finito sulla stampa. Nel grande hub, che ospita circa 120 stranieri richiedenti asilo politico, era scoppiata una rivolta contro il cibo che viene loro servito (in quell’occasione il risotto alla monzese) definito “shit” (merda) e gettato in strada.

Presenti all’evento decine di militanti leghisti e parecchi cittadini arrabbiati e infastiditi per la protesta andata in scena nel locale campo profughi.

Queste le parole del coordinatore dei Giovani Padani della Molgora Davide Baragetti: “la Brianza accoglie e mantiene generosamente centinaia di clandestini in attesa del riconoscimento di asilo politico e loro si permettono anche di buttare via uno dei piatti della nostra tradizione. Tutto questo mentre tantissime famiglie brianzole faticano ad arrivare alla fine del mese. Noi non ci stiamo.” Sulla stessa lunghezza d’onda anche il coordinatore provinciale dei Padani della Brianza Alessandro Corbetta: “i dati del Ministero ci dicono che il 95% di chi fa richiesta di asilo politico viene poi riconosciuto come clandestino, nei fatti continuiamo a mantenere gente che non ha il diritto di restare sul nostro territorio. Nel caso Agrate non c’è neanche bisogno di aspettare l’esito dell’iter di riconoscimento perché è chiaro a tutti che chi scappa dalla guerra non butta via il cibo. E’ ora di cambiare totalmente questa folle gestione dell’immigrazione”.

Il gazebo di protesta si è concluso con l’offerta ai passanti di un piatto di risotto alla monzese, vista la partecipazione gli agratesi hanno apprezzato.

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

Seregno, pisinca gratuita ad agosto per gli under 14. Perchè a Desio no?

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.