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Smog, Regione, Maroni annuncia misure drastiche. L’assessore Terzi: stop agli Euro 3

Il presidente Maroni e l'assessore Terzi

L’emergenza smog scuote i vertici della Regione, che al 25esimo giorno consecutivo di sforamento sui limiti di Pm 10 cerca o, in altri casi conferma, soluzioni sia per l’immediato come per il lungo periodo. Il governatore Maroni ha detto che per contrastare la serie nera dell’inquinamento ha dato pieni poteri all’assessore all’Ambiente Claudia Maria Terzi. Faccia quello serve, anche se si tratta delle «misure più impopolari», ha detto Maroni. Terzi, dal canto suo, ha diramato l’invito ai cittadini «ad adottare alcuni comportamenti virtuosi come prediligere la mobilità dolce e condivisa, puntando ai mezzi pubblici, car e bike sharing e pooling». Intanto continua il percorso del Pria, il Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell’Aria approvato nel 2013, ovvero un centinaio di misure «strutturali» per più di 2 miliardi di euro di investimenti fino al 2020 e che prevede, per esempio, l’abolizione del bollo auto per i veicoli ecologici entro il 2016 ma anche, entro la stessa data, di eliminare tutti gli Euro3 dalle strade lombarde. 

Ma in questi giorni di massima allerta che cosa si può - o si deve - ancora fare? Nel 2011, la più grave crisi prima di oggi, quando a meno di due mesi dall’inizio dell’anno erano già 28 i giorni consecutivi «fuorilegge», tra le misure adottate ci furono le domeniche a piedi con il blocco totale del traffico, velocità bloccata a 70 km/h su quattro strade provinciali, limiti di accesso severi alla zona «Ecopass». L’«Ecopass», una sorta di pedaggio urbano per le auto più inquinanti, era stato adottato nel 2008, sulla scia del successo di altre città europee, in quella che oggi è la zona dell’Area C. Roma sta adottando le targhe alterne. A Milano il provvedimento non è stato preso in considerazione. Un documento Amat (Agenzia mobilità del Comune) evidenzia che le esperienze meneghine non hanno mai portato i risultati sperati. Il traffico cittadino diminuiva anche del 10% (nel 2005), ma era un respiro temporaneo. Già allora, si nota, il livello di motorizzazione in città, tra i più alti in Europa, aveva come conseguenza il fatto che le famiglie possedevano già auto con targhe alterne, o comunque si organizzavano in breve tempo. Più solidi, invece, i risultati ottenuti dal blocco domenicale: secondo un dato Arpa, in media la riduzione del Pm 10 durante le ore di blocco è del 13,3%, del 5,9% rispetto alla media giornaliera di una domenica tipo.
Per gli esperti si deve andare oltre: «I provvedimenti che hanno più efficacia sono quelli a lungo termine che partono dalla sostituzione dei veicoli più inquinanti, prima di tutto i diesel con la classificazione Euro più vecchia senza filtro anti particolato», spiega Matteo Lazzarini, di Arpa Lombardia. «Poi, utilizzare impianti ad alto rendimento per bruciare le bio masse con migliore efficacia nella combustione e minore emissione: si parla di una certificazione per le stufe ai tavoli europei». Ma quindi, adesso, cosa dobbiamo fare? Dice Lazzarini: «La soluzione sul breve periodo è solo meteorologica: ormai le particelle sono in sospensione e devono essere rimosse da vento e pioggia o da bassa pressione, che sposta le masse d’aria».

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