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Numero zero? DesioCittà, spacciare per nuovo qualcosa di consolidato

Quando erano all'opposizione si lamentavano perchè l'informatore comunale era una vetrina ad uso e consumo del sindaco Giampiero Mariani e della sua maggioranza. Adesso che il Partito Democratico è al governo della città, l'informatore comunale è una vetrina ad uso e consumo del sindaco Roberto Corti e della sua maggioranza. C'è qualcosa che non quadra.

La copertina di Desio Città

"Carissimi desiani e desiane, dopo quasi 4 anni di assenza ritorna nelle vostre case “Desio Città”. E’ il numero “0”, quindi ci perdonerete qualche piccola sbavatura, visto che dobbiamo ancora rodare completamente la macchina". Parte con la marcia preferita dal sindaco - una disastrosa retro - l'editoriale di apertura del nuovo numero. Sarà che su questo blog di area Lega Nord circoli aria viziata ed ignorante, ma noi risulta che il numero zero di una rivista sia altro. Per sicurezza, pignoli e leghisti come siamo, abbiamo cercato la definizione di questa espressione, affidandoci al vocabolario Treccani. Abbiamo trovato qualcosa di interessante:
"In editoria, numero zero, l’esemplare di un nuovo periodico (giornale, settimanale, rivista, ecc.) di prossima pubblicazione, edito prima del numero iniziale, in numero limitato di copie per i tecnici dell’impresa, per specialisti e critici, o anche per un pubblico scelto, come documentazione e prova, ancora suscettibile di miglioramenti, delle caratteristiche di contenuto, editoriali e tipografiche, che avrà il nuovo periodico".
Non aggiungiamo altro per non infierire: quello appena uscito può essere considerato tutto tranne che un numero zero. La ripartenza di "Desio Città" - casualmente ad un anno e mezzo dalle prossime elezioni comunali - con una gaffe del genere non passa di certo inosservata. Parlare di numero zero è prendere in giro la cittadinanza. L'informatore comunale, così come è stato ripreso anche da questa amministrazione, entra nelle case dei desiani da oltre dieci anni. Nell'immagine sottostante, l'estratto della copertina di un numero del 2008 parla da sola. Eppure, qui si vuole spacciare per novità qualcosa che non ha niente di nuovo.

Una copertina del 2008


Per il resto, nulla di che. Non ci scandalizza il fatto che l'informatore comunale venga usato per mettere in luce cosa è stato fatto dall'amministrazione comunale perchè è ovvio che sia così. Strappa un sorriso pensare a chi oggi amministra Desio e quando stava all'opposizione gridava allo scandalo per come veniva gestito questo strumento, per poi oggi comportarsi nella stessa maniera che veniva contestata. 

Sfogliando l'edizione on-line, in attesa che il cartaceo faccia comparsa nelle caselle postali delle famiglie desiane, non può sottrarsi da un commento la doppia pagina dedicata al bilancio ed ai tributi. L'amministrazione ammette che lo stato, nel corso degli ultimi anni, ha tagliato i trasferimenti ai comuni che sono stati costretti ad aumentare le tasse. Da rilevare subito che, negli ultimi anni, i governi che sono succeduti alla guida del Paese sono stati quelli guidati da Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi: gli ultimi due del Partito Democratico - lo stesso del sindaco Roberto Corti -, tutti e tre non eletti dai cittadini e sostenuti da maggioranze politiche che si potrebbero definire "originali". 

Noi lo diciamo da sempre. Se i nostri comuni, le nostre province e la nostra regione avessero la possibilità di trattenere i soldi delle proprie tasse, non ci sarebbero problemi per far quadrare i bilanci, erogare servizi e la pressione fiscale sarebbe molto più bassa. Ma soprattutto, ci sarebbe la possibilità di uscire dalla logica per cui i nostri soldi vanno allo stato centrale per poi aspettare che lo stato centrale ce li trasferisca. Un concetto così semplice dovrebbe essere ben inteso dagli amministratori pubblici di qualunque orientamento politico, ma in realtà non è così. Se la riforma federalista proposta dalla Lega Nord fosse attuata, non saremmo a questo punto. Se la Lombardia fosse indipendente, sarebbe ancora meglio.

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