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Tagli ai gettoni dei consiglieri, come quando rompi un salvadanaio vuoto

I cittadini desiani versano ogni anno allo stato 126,31 milioni di IRPEF e ne ritornano solo 3,28. Il nostro comune abbia in cassa 3.330.000 euro che non può spendere per colpa del Patto di stabilità imposto da roma. Di fronte a questi numeri e ai piagnistei del sindaco Roberto Corti che lamenta sempre la mancanza di soldi, ecco l'idea del consigliere comunale Sergio Pozzoli: dimezzare gli emolumenti dei consiglieri comunali, come se il gettone di presenza percepito, che ammonta a 30 euro, servisse per risolvere i problemi della città.

Una riunione del consiglio desiano
Nel 2005 i consiglieri comunali percepivano un'indennità mensile di 360 euro, poi portata a 280, indipendentemente dalle convocazioni e dalla presenza ai consigli ed alle commissioni. La cifra era identica per tutti e veniva accreditata ogni mese, anche in agosto quando non ci sono convocazioni. In seguito è stato introdotto il gettone di presenza, riconosciuto per l'effettiva partecipazioni ai lavori del consiglio comunale e delle commissioni. Anche in questo caso, la cifra di partenza è stata ritoccata al ribasso portandola al valore degli attuali 30 euro circa. Se inizialmente il gettone era "doppio" quando le sedute di consiglio terminavano dopo la mezzanotte, si è poi passati al gettone "singolo" indipendemente dall'orario di chiusura dell'assemblea. Inoltre, è stato diminuito il numero dei consiglieri comunali che sono scesi da 30 a 24. 

Nel corso degli anni la politica locale ha già provveduto a fare i suoi tagli. La critica del consigliere Sergio Pozzoli nei confronti della cattiva gestione della città da parte dell'amministrazione comunale di centrosinistra è corretta in senso generale, senza entrare nel merito delle singole questioni da lui poste. Il problema è che per reperire fondi da destinare ai lavori pubblici o all'aiuto delle famiglie in difficoltà, bisogna andare ad attingere dove i soldi ci sono, mica dove non ci sono. Un consigliere comunale lo dovrebbe sapere.
Gli esempi sono quelli dell'IRPEF versata dai cittadini desiani a roma e dei soldi in cassa comunale che non possiamo usare per colpa del Patto di stabilità. E' su queste cose che il consigliere Pozzoli dovrebbe puntare, magari dando manforte alla Lega Nord che si ritrova solitaria a portare avanti certe battaglie. Se le tasse dei desiani e dei lombardi restassero a Desio e in Lombardia non ci sarebbero problemi. Federalismo, secessione... utilizzate il nome che volete.

E cosa dire dei 98 miliardi di multa delle slot-machine?  Il governo Letta ha fatto uno sconto ai gestori delle macchinette, che così hanno pagato solo 600 milioni di ammenda. Soldi dei giocatori soft e di quelli più incalliti che anzichè tornare ed essere impiegati per la collettività sono finiti nelle tasche di pochi. Anche in questo caso, c'è la Lega Nord solitaria che continua a riaffermare certi concetti in consiglio comunale nel silenzio assordante ed imbarazzante di chi si dice - a parole - contrario al gioco d'azzardo, salvo poi scoprire che le slot-machine sono state liberalizzate dall'ex ministro Bersani del Partito Democratico.

E' davanti a questi numeri che la proposta del consigliere Pozzoli diventa ridicola. Si parla di 30 euro, valore del gettone di presenza di un consigliere comunale, quando gli sprechi sono altrove. Quando la politica locale ha già tagliato i suoi emolumenti. Quando le risorse da andare a prendere ci sono, ma sono altrove. Quando con i tagli proposti ai consiglieri, non si riuscirebbe nemmeno ad asfaltare mezza strada. Come quando indichi il cielo e ti guardano la punta del dito, come quando rompi un salvadanaio vuoto.



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