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Preferiamo ricordare Bobby Sands.Lui e gli altri hunger strikers, martiri della libertà irlandese.

In questo giorno in cui, seguendo il detto latino del “de mortuis nihil nisi bonum”, cioè dei defunti non si parla se non in bene, saremo la nota stonata.


Personaggio controverso, al quale se pur va ascritto qualche merito sul piano della geopolitica internazionale, Margaret Thatcher presenta, nella sua carriera politica, macchie insanguinate tutt’altro che cadute nell’oblio. Il 5 maggio 1981, dopo 65 giorni di sciopero della fame, nel carcere nordirlandese di Long Kesh moriva Bobby Sands, militante dell’Ira, l’esercito repubblicano irlandese. Dopo di lui altri nove militanti dell’Ira e dell’Inla fecero la stessa fine. L’ultimo, Michael Devine, si spense il 20 agosto. I detenuti repubblicani, rinchiusi nel famigerato “Blocco H” del penitenziario, avanzavano richieste legate al riconoscimento dello status di prigionieri politici.
Eppure, l’allora premier conservatore britannico Margaret Thatcher, continuava a rifiutarsi di ammettere l’evidenza, cioè che in Ulster vi fosse in atto un vero conflitto tra l’esercito della comunità repubblicana irlandese e gli unionisti filobritannici spalleggiati dagli uomini armati agli ordini di Londra. E riteneva i prigionieri alla stregua di una banda di criminali e di assassini. La Thatcher definì lo sciopero della fame un ricatto, disse che non avrebbe ceduto e mantenne la dura ed antistorica promessa fino alle estreme conseguenze. Eppure le richieste dei prigionieri repubblicani erano sì intrise di una forte carica simbolica, ma non mettavano comunque in discussione la loro detenzione. La prima di queste verteva sulla possibilità di indossare abiti civili al posto delle uniformi comuni, il rifiuto di rinunciare alla propria personalità e farsi omologare al sistema britannico. Niente da fare, per la Lady di Ferro con i “terroristi” non si poteva nemmeno discutere. Nemmeno se uno di questi “terroristi”, cià lo stesso Bobby Sands, nel frattempo era stato eletto deputato alla Camera dei Comuni britannica. Seggio che non avrebbe mai occupato.

Margaret Thatcher è morta ieri mattina a causa di un ictus. Lo ha annunciato il portavoce dell’ex premier e baronessa britannica Lord Bell. La Thatcher, che per la sua politica si guadagnò l’appellativo di “Lady di ferro”, fu la prima donna a guidare il governo britannico come premier dal 1979 al 1990 ed aveva 87 anni. «Abbiamo perso un grande leader, un grande primo ministro ed una grande britannica», ha commentato la notizia l’attuale premier David Cameron, che ha sospeso il viaggio che sta realizzando in Europa. I funerali di Margaret Thatcher si svolgeranno nella cattedrale di St. Paul a Londra.

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