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Lo Stato deve 700mila euro al comune di Desio, ma non li vuole restituire. E' ancora Roma ladrona



Lo Stato ha un debito di oltre 700mila euro con il comune di Desio, ma non lo vuole saldare. Si tratta dei costi che la nostra città ha sostenuto dal 2011 per il funzionamento dell'ex Tribunale, soppresso nel 2014 per effetto di una scelta operata dai governi Monti, Letta e Renzi con il sostegno del Partito Democratico. La Lega Nord cercò di opporsi in tutti i modi alla chiusura del Tribunale, ma la volontà politica del PD fu più forte.

Il comune di Desio, proprietario dell'immobile, anticipava le spese di gestione, che poi venivano parzialmente rimborsate dal Ministero della Giustizia che aveva affittato lo stabile comunale.

ATTENZIONE AI NUMERI - Dal 2011 al 2015, per far funzionare il Tribunale, Desio ha anticipato più di un milione di euro, di cui lo stato ne ha rimborsati solo 365mila. Dei restanti 765mila, il Ministero della Giustizia ha comunicato la disponibilità a restituirne solo 297mila, in rate da 9mila euro annuali per i prossimi trent'anni, a patto che il Comune rinunci ad eventuali azioni per avere ciò che gli spetta. Più di 400mila euro che rimarranno sul groppone dei desiani. 

INSOMMA, UN RICATTO - Lo Stato dice, in sostanza, come specificato in un decreto del 10 marzo di quest'anno firmato da Gentiloni, e confermato con una comunicazione arrivata in comune lo scorso 15 settembre, che se vogliamo ci restituisce solo una parte di quello che ci deve, a patto che il comune rinunci ad eventuali azioni legali volte ad ottenere ciò che legittimamente gli spetta. Il paradosso è che a comportarsi così sia proprio lo stato, tutore di legalità. Che prima chiude un presidio di legalità a Desio, e poi ci "frega".

IL DANNO E LA BEFFA - Alla fine Desio si ritrova senza un servizio che portava indotto e prestigio alla città. Ma si ritrova anche con un credito di oltre quattrocentomila euro che lo Stato non vuole saldare e con un rimborso parziale distribuito in rate trentennali da 9mila euro all'anno. Di fronte a questa vera e propria rapina dello stato nei confronti dei cittadini desiani è ancora più importante andare il 22 ottobre a votare SI al referendum per la Lombardia autonoma. Saremo populisti e ragioneremo con la pancia, è vero, dite ciò che volete. Ma davanti ad un comportamento come questo, arrogante e presuntuoso, questa è la reazione più moderata ed equilibrata che un cittadino possa avere. E' ancora e sempre Roma ladrona.

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