"L’ex palazzo del mobile è una “ferita” per Desio da 25 anni. La legislazione nazionale non ci consente di intervenire, possiamo solo continuare a chiedere ai 127 proprietari di mettere in sicurezza l’immobile, chiudendo il primo piano per impedire l’accesso. Lo abbiamo fatto anche lo scorso giugno. Aspettiamo ora gli esiti dell’assemblea dei proprietari in programma questo mese. Se non saranno quelli che ci aspettiamo, interverremo in estrema ratio con un potere sostitutivo".
Sono le parole di Roberto Corti, sindaco di Desio, iscritto al Partito Democratico di Matteo Renzi. Così come il suo capo, soprannominato "il bomba", anche lui ne spara diverse. Ormai ci siamo abituati a sentirle, talmente sono fragorose. Questa volta commentiamo le sue dichiarazioni sulla situazione che coinvolge l'ex Palazzo del Mobile di San Giorgio.
Certo, la struttura è privata e con tutti questi proprietari trovare una soluzione capace di metterli d'accordo è davvero difficile. Nel frattempo, mentre di soluzioni non se ne trovano e di tutti i progetti di recupero ipotizzati nel corso di questi lunghi anni non se ne è concretizzato nemmeno mezzo, la situazione è precipitata e l'amministrazione comunale, che in un'operazione del genere dovrebbe essere una sorta di "cabina di regia", ha dimostrato la sua pochezza nel gestire la situazione, come abbiamo già avuto modo di raccontare in questo post.
Nelle dichiarazioni tratte da "Il Giornale di Desio" che abbiamo riportato sopra, il sindaco riesce davvero a superarsi. Nello stesso intervento prima dice che "La legislazione nazionale non ci consente di intervenire" e dopo che "interverremo in estrema ratio con un potere sostitutivo". Ma insomma, il sindaco può fare qualcosa di concreto oppure no? Il fatto che sia lo stesso sindaco, contraddicendosi, ad ammettere che il comune possa intervenire sostituendosi ai proprietari, ci fa capire come in tutti questi anni abbia sottovalutato che cosa sia diventato l'ex Centrostile, non facendo nulla e non prendendo una posizione netta, decisa e risolutiva contro l'incuria, il degrado e la situazione di stallo venutasi a creare.
Abbiamo recuperato l'ordinanza a cui si fa riferimento, inviata a tutti i proprietari dello stabile e che intima loro di ripristinare murature, recinzioni e prendere ogni misura necessaria per impedire l'accesso al palazzone. Sono interventi la cui esecuzione è ordinata perentoriamente entro 10 giorni dal ricevimento della notifica per quanto riguarda il ripristino delle recinzioni che dovranno essere di "altezza, struttura e materiali adeguati ad impedire il loro scavalcamento" ed entro 30 giorni per la muratura di tutti gli ingressi. Superati questi termini sarebbe stato il Comune, così come scritto chiaro e tondo nell'ordinanza, ad intervenire d'ufficio per eseguire questi interventi rivalendosi poi sui proprietari per il recupero delle spese sostenute. Ad oggi non sappiamo se tutti i proprietari abbiano ricevuto la notifica dell'ordinanza. Di sicuro sappiamo che dal 31 al 5 settembre, giorno in cui scriviamo questo post, di tempo ne è passato parecchio ed è successo qualcosa di estremamente grave.
Questo dovrebbe essere sufficiente al sindaco per agire d'imperio e provvedere a mettere in pratica le richieste dell'ordinanza firmata da lui. Aspettare l'assemblea dei proprietari, prevista per una data imprecisata di questo mese e dagli esiti incerti, serve solo a perdere altro tempo.
Ci vediamo questa sera alle ore 19 con Matteo Salvini in piazza Giotto, dove è già stato cinque anni fa. E in cinque anni di Roberto Corti sindaco di Desio, nulla è migliorato. Anzi.