Passa ai contenuti principali

A Desio non si possono asfaltare i binari del tram. Parola di ingegner Cane?


"In ogni caso, e glielo dico da ingegnere, l’asfalto non aderisce bene al metallo: dopo un paio di mesi, con il passaggio intenso di auto, l’asfalto si staccherebbe, aggravando la situazione col risultato di spreco di soldi pubblici".
L'Ingegnere l'avrà ripetuta almeno altre millemila volte questa cosa, in consiglio comunale e sui giornali. E se lo dice lui, che ha investito anni della sua vita per conseguire quell'ambito e meritato titolo di studio, è garantito che quelle parole non siano mai state pronunciate a vanvera. No, non stiamo parlando dell'ingegner Cane, che dai teleschermi di una nota trasmissione televisiva si sbilanciava in stravaganti progetti di dubbia realizzazione, sostenendo teorie bizzarre e divertenti. La dichiarazione che abbiamo riportato all'inizio di questo post è di un suo collega, l'ingegner Roberto Corti da Desio, sindaco, iscritto al Partito Democratico. L'abbiamo copiata & incollata dalla pubblicazione "La Desio che cambia", del 2015, a cura della sezione locale del PD, a pagina 23.


L'abbiamo fatto perchè martedì mattina ci siamo accorti di strani movimenti davanti al palazzo municipale. Lavori in corso, un cantiere spuntato dal nulla, che in poche ore ha asfaltato un tratto dei vecchi ed inutilizzati binari del tram in corso Italia, da via Torricelli a via Gramsci, in prosecuzione del tratto già coperto lo scorso anno che arriva fino all'edicola che si trova a pochi metri di distanza, di fronte al collegio Pio XI.


Eppure gli esponenti di questa amministrazione comunale, in più occasioni, avevano giurato e spergiurato che l'asfalto sopra i binari non si poteva mettere a causa dei più svariati motivi, tipo che. il comune non lo può fare perché le rotaie sono di ATM o tipo che l'asfalto, come sostenuto dal sindaco, si staccherebbe dopo due mesi. Così non è perché, basta andarlo a guardare, il tratto coperto lo scorso anno è ancora in buona salute, come conferma anche l'ufficio tecnico. E come confermano anche i lavori appena eseguiti che, altrimenti, non si sarebbero dovuti fare.

Ma un'altra sparata grossa relativa alla rimozione dei binari porta sempre la firma dell'ing. Corti sindaco di Desio. A inizio 2016, a pochi mesi dall'inizio della campagna elettorale, dopo aver preso contatti con il responsabile dei lavori, ecco la sua previsione: "nelle mie intenzioni, potrebbe già realizzarsi entro la fine del 2016". La dichiarazione è stata presa direttamente dal sito del comune di Desio, a questo link.

Purtroppo ad oggi, 10 agosto 2017, non è stato rimosso nemmeno un centimetro di rotaie ma solamente asfaltato qualche metro. In maniera rocambolesca. Dal comune fanno sapere che non è prevista in futuro la copertura di altri tratti e che i lavori di questa settimana erano già previsti lo scorso anno ma, a causa dell'arrivo dell'autunno, sono stati rimandai a martedì scorso. Ma quei pochi metri dello scorso anno sono stati asfaltati in primavera. Proseguire per un altro pezzettino, già che i lavori erano in corso, non era proprio possibile? Evidentemente no. Tra la primavera e l'autunno c'è di mezzo l'estate. E così, con la scusa del rinvio, si è dovuto aspettare ancora un altro anno per avere, come risultato finale, cento metri di binari asfaltati - solo davanti al Municipio - su un totale di circa tre chilometri che dal confine con Nova Milanese attraversano la città fino all'ex rimessa. Chapeau.

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

"L’han giurato, li ho visti in Pontida"

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.