“Basta allarmismi, la Lega chieda scusa”. E’ perentorio il sindaco di Desio, Roberto Corti (Partito Democratico, nella foto in alto), che dal suo profilo di Facebook e dalle colonne della stampa locale, manda un duro messaggio agli esponenti del Carroccio. Duro come un budino molle, non vuole sentire altre storie. La Lega si deve scusare perché ha osato criticarlo, non c’è niente da fare. Non si può dire che a Desio la gestione dell’emergenza immigrazione sia fuori controllo, è vietato dal suo assessorato alla verità.
ATTENZIONE ALLE DATE! Tutto è partito lo scorso martedì 11 luglio quando, nel corso dell’assemblea dei sindaci di Monza e Brianza, il Prefetto ha annunciato l’imminente arrivo di nuovi profughi che, volenti o nolenti, i sindaci saranno costretti ad ospitare nei loro comuni. Tra le proteste dei leghisti, che si sono detti indisponibili a fare gli agenti immobiliari alla ricerca di immobili ed appartamenti da segnalare a cooperative ed ONLUS che operano nel redditizio settore dell’accoglienza, il primo cittadino di Desio ha lanciato ai suoi colleghi l’appello di darsi da fare per reperire il maggior numero di strutture dove poter accogliere i nuovi ospiti. Un appello accolto dai sindaci del centrosinistra e respinto da quelli di centrodestra, contestato anche dalla Lega Nord di Desio.
⇨ A DESIO 59 PROFUGHI - All'assemblea dei sindaci c’era anche Andrea Villa (Lega Nord), presente nella sua veste di consigliere provinciale, invitato a partecipare, che la mattina seguente (mercoledì 12 luglio) ha preso contatti con la segreteria del Prefetto per chiedere informazioni più dettagliate sulla distribuzione dei circa 2100 profughi dislocati nei comuni nella nostra Provincia. La prima risposta, data nel giro di pochi minuti a voce, è stata il dato su Desio, con 59 profughi ospitati nella nostra città, rimandando il dato relativo agli altri comuni ad una risposta scritta a fronte di una richiesta ufficiale via PEC.
⇨ NO, SONO 54 - Il giorno dopo, giovedì 13 luglio, finalmente dal Comune di Desio arriva risposta alla richiesta del consigliere comunale Greta Lo Re (Lega Nord). Secondo i servizi sociali, a Desio sono presenti 54 profughi. Cinque in meno rispetto al numero dichiarato dalla Prefettura.
⇨ INVECE SONO 59 - Il giorno seguente, venerdì 14 luglio, la Prefettura invia al sindaco di Desio il dato chiesto dal consigliere Villa, confermando la presenza di 59 persone alla data del 12 luglio. Cinque in più rispetto a quelli dichiarati dal Comune.
⇨ LA RISPOSTA FANTASMA - Lunedì 17 luglio il consigliere Villa è ricevuto dal Prefetto, che conferma il numero già indicato, comunica di avere inoltrato risposta scritta via PEC al Comune di Desio, ed anticipa che prossimamente a Desio arriveranno ancora un numero compreso fra i trenta ed i cinquanta profughi, in un luogo già individuato ma al momento ancora segreto. Alla casella PEC del consigliere Villa, tuttavia, non risulta alcun messaggio dalla Prefettura e nemmeno dal Comune.
⇨ NE AVEVAMO DIMENTICATI 5 - Martedì 18 luglio, dopo aver sollecitato in mattinata l’inoltro della comunicazione della Prefettura, i Servizi sociali del comune di Desio segnalano ai consiglieri Villa e Lo Re, alle ore 13.09, un “ulteriore centro di accoglienza all'interno del quale sono ospitati 5 profughi”. Alle ore 13:36 il sindaco inoltra la comunicazione ricevuta dalla prefettura alle ore 13:35 di venerdì 14 luglio.
Vi abbiamo detto di fare attenzione alle date. Probabilmente, se non fossero stati richiesti i dati in Prefettura, il sindaco Corti sarebbe ancora convinto di avere 54 profughi a Desio (come comunicato dai servizi sociali il 13 luglio) e non 59 (come comunicato dalla Prefettura il 12, 14 e 15 luglio). Cinque in più o cinque in meno non fanno una grossa differenza, ma evidenziano come di fatto la gestione non sia ordinata come il primo cittadino vorrebbe far credere. E’ la seconda volta che succede un fatto simile: il 3 maggio scorso l’anagrafe comunicava che, a seguito di un controllo, 6 profughi risultavano irreperibili agli accertamenti su un totale di 31 ospitati.
La Lega Nord dovrebbe chiedere scusa per cosa? Sia piuttosto il sindaco a farlo. Chieda lui scusa ai cittadini desiani: a quelli che un lavoro non ce l’hanno, a quelli che aspettano una casa o sono sotto sfratto, a chi non si sente sicuro in casa propria. Chieda scusa anche a chi viene accolto a braccia aperte, con prospettive di benessere ma invece si trova costretto ad umiliarsi a chiedere l’elemosina davanti a un prestinaio in centro. Si assuma la responsabilità di ciò che sta succedendo: è lui il sindaco della città. Purtroppo.
In totale, secondo i dati della Prefettura (che è la fonte sicuramente più attendibile), al 12 luglio 2017 sono ospitati a Desio 59 “cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale”, di cui 44 alloggiati in Centri di accoglienza straordinaria (alloggi messi a disposizione da privati) e 15 sistemati in strutture del programma SPRAR (appartamenti messi a disposizione dal comune).
Quanto alla nazionalità di provenienza dichiarata dagli stranieri collocati nei CAS, 19 provengono dalla Nigeria, 7 dalla Costa d'Avorio, 7 dal Marocco, 3 dal Ghana, 2 dal Senegal, 2 dal Camerun, 2 dall'Iraq e 1 dalla Guinea Bissau. Facendo un rapido calcolo, la somma che esce è di 43 persone e non 44 come dichiarato. Ci sarà stato un errore di battitura.