“Noi ribadiamo la richiesta al governo di non mandare più immigrati in Lombardia e invitiamo tutti i sindaci lombardi a unirsi al nostro appello indipendentemente dal colore politico”. Parole dettate dal buon senso, scritte ieri da Simona Bordonali, assessore alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione della Regione Lombardia.
Ormai tutti hanno capito che l’immigrazione di massa è un business e che i territori non possono più sopportare l’invasione in atto. Ci è arrivata anche il sindaco di Roma, Virginia Raggi, ad ammettere questo evidente concetto. A Lampedusa il sindaco pro invasione (che Matteo Renzi ha fortemente voluto nella segreteria nazionale del PD), domenica scorsa è stato letteralmente travolto dal voto popolare dei cittadini dell'isola, che alle elezioni locali hanno deciso di non rinnovargli la fiducia.
Pensando alle vicissitudini di casa nostra, non può mancare un pensiero per Roberto Corti (PD), sindaco di Desio. La gestione ordinata dell'emergenza, da lui tanto sbandierata come il gagliardetto di un liceale americano, si è impastata contro i dati dell'ufficio anagrafe. Ad una precisa richiesta avanzata dalla Lega Nord, si è scoperto che dei profughi ospitati a Desio, sei erano letteralmente spariti nel nulla. Non presenti al momento delle verifiche ed ignoto il loro destino. Dopo questa segnalazione sembra che si sia cambiato il modo di gestire i controlli tra comune, cooperativa e Prefettura, onde evitare altri spiacevoli malintesi. E' servita la segnalazione della Lega Nord per capire che era sufficiente confrontarsi per integrare i dati.
Se la Raggi è arrivata a dire che la situazione è insostenibile, può farlo anche Corti, forse. Non sappiamo se la posizione espressa dal sindaco di Roma sia genuina o, dopo la batosta elettorale, sia il goffo tentativo di inseguire il Carroccio su un tema sensibile. Vedremo se alla parole seguiranno i fatti, aspettiamo fiduciosi. Una cosa è certa e cioè che dietro a partenze, sbarchi, barconi (e purtroppo anche morti), c'è un business davvero grande, che di legalità ed ordine ha davvero ben poco. E' la nuova tratta degli schiavi.
Nel 2017 intanto, e siamo solo a metà anno, sono già arrivati 64.000 immigrati in Italia, nella nostra città questo mese ne se ne attendono ancora una decina, che saranno ospitati per volontà dell'amministrazione negli appartamenti comunali di via Prati. Purtroppo le politiche del governo, sostenute da sindaci miopi che non vogliono dire NO all'invasione, sono fallimentari ed è la Lombardia a pagarne il prezzo più alto. "Ora basta!", ha ripetuto la Bordonali, "Il ministro Minniti segua la ricetta applicata da Maroni quando era ministro dell’Interno e proceda a rimpatriare tutti i clandestini”. È una questione di politica, la buona politica leghista che già in passato, su questo tema, ha dato risposte concrete ed efficaci.