In Lombardia si volta pagina. Case popolari, prima i lombardi. E' questo l'indirizzo politico del nuovo regolamento che ieri è stato presentato da Roberto Maroni, presidente della Regione: "Vogliamo favorire chi risiede in Lombardia, senza discriminare nessuno, ma per garantire che entra in una casa chi ha diritto a entrare, in base ai nuovi criteri, che sono criteri che tengono conto delle nostre radici - ha puntualizzato Maroni -. Noi non abbiamo mai tagliato fondi per il settore della casa e oggi addirittura li aumentiamo. Sono tante risorse, nonostante i tagli del Governo: uno sforzo importante per il sociale, perché questo è l'impegno della Regione Lombardia".
Le nuove regole entreranno in vigore a partire da settembre, in via sperimentale per sei mesi in alcune zone della Lombardia, per poi diventare operative a pieno regime nel 2018. Il principio su cui ha lavorato la giunta Maroni è stato quello delle revisione delle graduatorie, dando la precedenza ai lombardi in quelle che saranno le nuove assegnazioni. Per entrare in lista d'attesa occorrerà avere almeno 5 anni di residenza nella nostra regione, e chi abita qui da più tempo avrà dei punteggi più elevati rispetto ai residenti da un tempo minore, ottenendo più possibilità di avere un alloggio. L`obiettivo è quello di ribaltare le proporzioni attuali: oggi due terzi delle assegnazioni finiscono agli stranieri, con le nuove regole si punta ad arrivare almeno al 60% di italiani.
Un'altra novità importante è quella del potenziamento del mix abitativo. Secondo le nuove direttive, infatti, gli alloggi di ogni palazzo verranno distribuiti a inquilini di fasce sociali diverse. Le nuove quote per le assegnazioni prevedono che il 20% del totale sarà destinato a persone in stato di povertà assoluta, il 30% agli anziani, il 20% a famiglie monoparentali, il 15% a disabili, il 20% a famiglie di nuova formazione ed il 10% alle forze di polizia. Un ulteriore 5% verrà destinato ad altre categorie di rilevanza sociale, ad esempio le donne maltrattate. Il mix sociale abitativo, dove già è applicato, riesce a scongiurare la formazione di quartieri ghetto. La quota di alloggi alle forze dell`ordine, poi, garantirà maggiore sicurezza.
Durante la presentazione, Maroni ha parlato anche della piaga delle occupazioni abusive: "Se avessi la competenza della sicurezza saprei cosa fare. Abbiamo fatto un protocollo di intesa con prefettura e questura per gli sgomberi, perchè chi ne ha diritto deve poter stare nelle case. Anche se non sempre si riesce a sgomberare perché sono mille i trucchi adottati dagli abusivi, c`è una forte collaborazione tra Regione, Aler, Prefettura e Questura".