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Rissa tra bande in pieno centro storico, chi dice ancora che l'accoglienza a Desio è sotto controllo?



Ci risiamo, in pochi mesi è già la terza volta. Come minimo. Va bene buttare giù i muri, ma bisogna prestare attenzione perché, se si toccano quelli portanti, la casa rischia di crollarci sulla testa.

E' di venerdì pomeriggio la notizia dell'ennesima rissa tra extracomunitari a Desio, nel centralissimo corso Italia, a due passi dalla Basilica e sotto lo sguardo della statua di Papa Pio XI. La stessa statua che sabato pomeriggio ha visto sotto i suoi occhi svolgersi la marcia per la Pace, che i protagonisti di questa triste vicenda è evidente non sapere dove stia di casa.

Durante un pomeriggio come un altro, poco dopo le quindici, quando i negozi aprono e la città dovrebbe essere viva. E certo, la rissa è pur sempre un segno di vitalità, ma non è certamente quella intesa dai desiani.

In una città che sembra essere sempre più allo sbando, le notizie che riempiono le cronache di giornali ed i post sui social network sono sempre più roba da bronx. Non conosciamo i dettagli di questa vicenda e se ancora una volta ci sia di mezzo il racket delle elemosina, come nei mesi scorsi. 
L'ultima volta, a febbraio, furono un richiedente protezione politica internazionale accolto a Lissone e un senzatetto di Monza i protagonisti della scazzottata per garantirsi la postazione più redditizia per chiedere l'elemosina. Questa volta, invece, si parla di due gruppi di persone che si sono affrontati come in un regolamento di conti o qualcosa del genere. 

Desio e la lotta alla legalità, un rapporto strano. Con un'amministrazione che - giustamente - ha intrapreso una guerra senza quartiere all'illegalità ma troppo spesso chiude gli occhi o finge di non vedere alcune situazioni, come, ad esempio, quella del racket delle elemosina. Organizzazioni che sfruttano i più deboli, spesso immigrati clandestini, sbattendoli davanti ai negozi per racimolare qualche monetina che nemmeno gli rimane in tasca. Ci sono diversi testimoni che raccontano di macchinoni da cui, ogni mattina, scendono queste persone che vengono accompagnate fin quasi sul "posto di lavoro". Alcuni arrivano anche interno, si dice.

Durante la rissa di venerdì, racconta chi l'ha vista, c'erano persone impaurite che scappavano e commercianti ormai arrivati al limite della sopportazione. L'amministrazione comunale ha, tra i suoi claim quello della "città intelligente". Ma scende come queste, sembrano più quelle di una città che con l'intelligenza ha poco a che fare. Duole scrivere ciò, ma è la realtà della Desio che cambia - altro claim di questa amministrazione - ma cambia in peggio. Non si conoscono i motivi di questa rissa, e che i protagonisti siano italiani da intere generazioni, lombardi D.O.C. o persone arrivate a Desio da altri continenti, poco importa. Il problema sicurezza c'era e continua ad esserci.

La situazione sulla sicurezza e sulla gestione dell'accoglienza è assolutamente fuori controllo. Il sindaco Roberto Corti (PD) e l'assessore alla sicurezza Jennifer  Moro si stanno dimostrando inadeguati. Devono prendere atto della loro inadeguatezza e rimboccarsi davvero le maniche, senza perdere tempo e  prima che sia troppo tardi, prima che succeda qualcosa di davvero grave. 

La sicurezza in città non si gestisce con il loro pugno di palta. Serve il pugno di ferro che questa amministrazione non ha. E poi dicono che la situazione sia sotto controllo... Non vogliamo pensare cosa potrebbe succedere con la situazione fuori controllo.

(Immagine volutamente di repertorio, corso Italia. Anzichè andare avanti, si va indietro)

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