“Con il consenso della gente si può fare di tutto, cambiare il governo, sostituire la bandiera, unirsi a un altro paese, formarne uno nuovo” (Gianfranco Miglio)
E' passato davvero tanto tempo da quando la Lega Lombarda, presentatasi per la prima volta alle elezioni negli anni '80, iniziò a parlare di autonomia e federalismo. Erano gli anni delle prime scritte sui muri, dei volantini ciclostilati in cantina e dei primi incontri pubblici. Oggi sono cambiati i tempi, la comunicazione si fa sui social network, ma non sono ancora cambiate le condizioni politiche in cui versa la Lombardia. Una regione che, insieme al Veneto ed altre, traina come una locomotiva un carrozzone chiamato Italia. Oggi ha ancora senso parlare di autonomia, come e ancora più di prima.
Siamo davanti a un bivio: o si sceglie il cambiamento
oppure si va verso un lento declino. Oggi il cambiamento
passa dal referendum per l’autonomia della Lombardia
che si terrà il prossimo 22 ottobre: finalmente avremo la
possibilità di far sentire la nostra voce ad uno stato
centrale che in questi
anni non ha saputo dare
risposte alle esigenze
dei cittadini lombardi e
anzi con le sue tasse ha
rappresentato un peso
per la nostra economia.
E’ tempo di far ripartire il Lavoro e riprenderci il nostro
Futuro. E’ tempo di AUTONOMIA!
REFERENDUM PER LA LOMBARDIA AUTONOMA, QUALCHE INFORMAZIONE
Di che cosa si tratta?
È una consultazione, approvata il 17 febbraio 2015 dal Consiglio regionale, per
chiedere ai cittadini della Lombardia se si desidera per la nostra Regione
maggiore autonomia e più risorse per il territorio. Lo scopo di questo
referendum è di rendere la Lombardia simile alle regioni a Statuto speciale,
per trattenere sul territorio le risorse prodotte dai cittadini lombardi, per
abbassare le tasse e garantire servizi migliori.
Perché un referendum?
Perché è lo strumento principe della democrazia. Se supportata dal Popolo
lombardo la richiesta di maggiore autonomia acquisterà un grande peso. Lo
Stato centrale non potrà ignorare la volontà di milioni di cittadini e sarà
costretto a tenerne conto nelle trattative con la Lombardia per definire i termini
dell’autonomia e la quantità di risorse in più da trattenere sul nostro territorio.
Perché non abbinarlo ad altre consultazioni per risparmiare?
Il presidente Maroni per contenere i costi ha più volte chiesto ai governi centrali
l’abbinamento del referendum autonomista con altre consultazioni elettorali
(amministrative, politiche..), ma da Roma sono sempre arrivate risposte
negative, dimostrando come ai governi centrali non interessi assolutamente
risparmiare. La democrazia ha un costo e per fare il referendum ci vorranno
circa 30 milioni: sarà un investimento che permetterà di trattenere sul territorio
lombardo decine di miliardi di euro in più ogni anno.
Perché non operare una trattativa diretta con lo Stato?
Secondo il PD la Regione, per avere più autonomia, dovrebbe intavolare una
trattativa diretta con lo Stato, senza passare dal referendum. Da un lato è vero
che la Costituzione prevede questa possibilità, dall’altro però non possiamo
fidarci di un Governo, come gli ultimi non eletti del resto, che ha dimostrato
ampiamente di non rispettare gli accordi presi, tagliato pesantemente i
trasferimenti alla Lombardia e che ha provato a cambiare la Costituzione per
renderla più centralista, riforma che poi è stata bocciata dai cittadini.
Chi può votare?
Tutti i cittadini italiani maggiorenni residenti in Lombardia avranno il diritto di
potersi esprimere sul referendum per l’autonomia.