Sembrava un sabato come un altro, con l'appuntamento al gazebo della Lega Nord in centro Monza. Qualche volantino da distribuire, alcuni gadget e la voglia di parlare con i passanti per spiegare il messaggio politico del Carroccio nel week-end in cui le sezioni si sono mobilitate per il tesseramento.
Nessuno si sarebbe aspettato, invece, il passaggio di un corteo organizzato dagli "antifascisti" proprio di fianco alla postazione leghista. E a ribaltare il tavolino, distruggere il gazebo, sputare ed insultare, è stato un attimo. Quando, casualmente, erano presenti solo due ragazze. Quelli che sfilavano contro i "fascisti", hanno usato lo stesso metodo delle squadre fasciste, con l'aggravante dell'ipocrisia. Pacifisti che usano metodi violenti. Democratici che etichettano di intolleranza, ma non riescono a tollerare la presenza di chi non la pensa come loro.
Non è la prima volta, purtroppo, che a Monza accadono episodi di questo tipo, ma in questa circostanza le autorità e in particolare la prefettura non potevano non sapere del rischio che si nascondeva dietro l'angolo, autorizzando sia gazebo leghista che il passaggio dei centri sociali. Per fortuna nessuno si è fatto del male ma poteva andare molto peggio, il Prefetto quale autorità di pubblica sicurezza dovrà spiegare come mai, per l'ennesima volta, non è stato in grado di svolgere il proprio compito. A Monza non può essere tollerata la violenza politica e nel programma elettorale del centrodestra sarà inserito un punto che preveda la chiusura del centro sociale e la linea dura contro questi facinorosi. Che si definiscono "antifascisti", che hanno questo senso della democrazia e della libertà e che magari, quando c'è la giornata contro la violenza sulle donne aderiscono alle manifestazioni con i nastrini rossi. Non meritano la libertà che offre loro la democrazia. Si rifanno alla lotta partigiana, ma i partigiani quelli veri, si rivolteranno nella tomba a conoscere le gesta e le imprese di questi fenomeni da strapazzo.