Come sempre, le posizioni della Lega Nord vengono definite "ignobili". Con classe ed eleganza, è questo il termine che il Partito Democratico di Desio ha scelto per commentare la posizione del Carroccio che, nel consiglio comunale di giovedì scorso, non ha preso parte alla votazione sull'ordine del giorno riguardante il femminicidio.
La Lega Nord, come rimarcato durante la discussione in aula, ha analizzato con attenzione il documento presentato dalla consigliere Luisa Ricchiuti, sorella della ben più nota senatrice. Un minestrone, un insieme di punti, il più delle volte condivisibili, ma un insieme di affermazioni e di buoni propositi che di
fatto, però, non servono a contrastare il problema.
Tra le considerazioni varie, viene citata anche la Convenzione di Istanbul, alla quale anche la Lega Nord in Parlamento ha espresso parere positivo per rimarcare che su questi argomenti, non dovrebbero esserci barriere politiche che tengano e si possono trovare convergenze. La stessa cosa, proprio qui a Desio, è accaduta anche durante la giornata contro la violenza sulle donne che ha visto la partecipazione in blocco di tutti e quattro i consiglieri comunali leghisti, insieme a tutti gli altri. Il fenomeno della violenza sulle donne e del femminicidio va combattuto, contrastato e fermato. Su questo, chiunque è d'accordo. Ci mancherebbe altro.
Ma come detto qualche riga sopra, quel documento proposto dal Partito Democratico, era solo un gran minestrone, un miscuglio senza capo nè coda. Leggendo con attenzione quello che veniva richiesto, c'era l'invito al Parlamento di approvare in breve tempo, la legge che permette di poter scegliere di assegnare ai figli il cognome della madre. E' una legge su cui ci si può ragionare, ma che non è correlata al femminicidio. Evidentemente, qualcuno pensa di contrastare questo
fenomeno assegnando ai figli il cognome materno. Legge che per altro è già stata
ampiamente discussa in Parlamento, come la sorella di una Senatrice dovrebbe sapere. E poi, la richiesta di introdurre nelle scuole dei non meglio specificati materiali didattici sui "ruoli di genere non stereotipati", anticamera della cultura gender tanto cara alle sinistre italiote e mondialiste.
Un documento incompleto di dati concreti che Greta Lo Re, consigliere comunale della Lega Nord, ha provveduto a riferire durante il dibattito in aula. Le stime sono agghiaccianti: 8 donne su 10 vittime di
violenze non denunciano. Questo dato faccia riflettere: c'è un problema serio che non è sicuramente il
cognome materno ai figli. Le donne hanno paura a denunciare, perchè in questo paese
non esiste la certezza della pena. Giusto puntare sulla prevenzione, promuovendo un programma di educazione e formazione nelle
scuole e che sia introdotto un codice di autoregolamentazione nella pubblicità.
Ma di azioni concrete da realizzare, ce ne sono altre. Per esempio, finanziare le reti anti-violenza. E proprio su questo punto, la è stato il Carroccio a proporre un emendamento che chiedeva di riaprire lo sportello anti-stalking, che la giunta di Giampiero Mariani - con la Lega Nord che guidava l'assessorato alle politiche femminili - portò Desio ad essere la prima città dotata di questo strumento.
Emendamento bocciato, malamente. Nemmeno la richiesta, sensata, di stralciare le parti relativa fuori tema è stata accolta dal PD, che non ha voluto trovare un accordo su un testo comune e condiviso.
Per questo motivo la Lega Nord è uscita dall'aula.
Ma ancora una volta, il PD ha dimostrato di avere ben poco di democratico e molto di arrogante. Che nei comuni combatte la violenza sulle donne, ma a livello nazionale approva le depenalizzazioni di alcuni reati, tra cui lo stalking.