Vince il No, anche a Desio e in tutta la Lombardia. Ed è proprio la Lombardia ad essere in qualche modo la vera sorpresa di questo referendum. Tutti sondaggi, infatti, la davano come una delle poche regioni in cui avrebbero vinto i SI, ma dalle urne è uscito un risultato nettamente diverso, con la vittoria schiacciante dei NO. Del resto, l'attività politica della Lega Nord e di altre forze politiche e culturali di stampo autonomista, confermano come la Lombardia sia una autonomista, che mal sopporta la presenza ingombrante dello stato centrale. Linea confermata anche il capogruppo del PD in consiglio regionale, che si è schierato contro la riforma proprio perchè avrebbe tolto molta autonomia alla nostra regione. Cultura, "lombardista", evidentemente diffusa non solo nei movimenti autonomisti ma assolutamente trasversale.
Il risultato politico che interessa a noi però è diverso, e lo vediamo nelle immediate conseguenze che ha avuto l'esito referendario. Renzi alla guida del governo ha i giorni contati, dopo avere rassegnato le dimissioni ed essersi presentato al cospetto di Matterella. Ma se Renzi lascia, Maroni rilancia. E con lui Zaia. Lombardia e Veneto ancora insieme, a rivendicare la propria autonomia: «Archiviato questo, facciamo il referendum per l’autonomia della Lombardia e del Veneto, in primavera. Chiederemo che venga abbinato alle elezioni politiche anticipate, se ci saranno, e spero che il nuovo governo ce lo conceda», così hanno detto i presidenti delle due regioni.
Quello di domenica non è stato solo un voto di pancia, come sostengono i sostenitori del SI, ancora scottati dalla cocente sconfitta. Il NO ha spiegato bene le proprie ragioni, così come hanno fatto quelli del SI. La riforma non è piaciuta e i cittadini hanno detto a gran voce di non voler passare il potere delle regioni nelle mani dello stato, una sorta di Re Mida al contrario che dall'unità d'Italia in poi, i problemi li ha creati anzichè risolverli.
Aspettiamo con ansia di capire che cosa succederà nei prossimi giorni. La situazione è fluida, ma di una cosa siamo certi: Lombardia e Veneto sono pronte al referendum sull'autonomia. Noi abbiamo ancora il barattolo di colla nel baule delle nostre auto, i gazebo pronti per essere montati nelle nostre piazze, e suole di scarpe da consumare distribuendo volantini: pronti per una nuova campagna elettorale a sostegno dell'unica riforma necessaria, che risponde al nome di AUTONOMIA.