Anche a Desio, così come in tutte le province della Lombardia ed in Brianza, al referendum costituzionale di ieri ha vinto il No. Una pessima riforma, che avrebbe cambiato in peggio è stata bocciata sonoramente anche dai desiani. Alla fine, con tutti i seggi scrutinati, i NO sono stati 13.898, mentre i SI hanno raccolto 9.588 preferenze. Le schede bianche sono state 40, mentre le nulle 150. L'affluenza, molto alta: il 74,86% dei desiani sono andati alle urne.
Desio ha scelto di rottamare Renzi, ma anche il sindaco Corti che si era espresso, insieme a parte del PD locale, a sostegno del SI. Adesso Corti, oltre ad essere stato snobbato dai desiani che hanno preferito votare per il NO, dovrà anche fare i conti con la sua maggioranza che esce divisa e spaccata dal referendum. La potente ed influente senatrice Lucrezia Ricchiuti, insieme alla sorella che siede sui banchi del consiglio comunale, ha sostenuto il No. Con lei, anche il presidente del consiglio comunale Rocco Cicchetti ed altri consiglieri targati PD. Oltre a loro, i consiglieri di Desio Viva e della Sinistra per Desio hanno votato NO. Questa grana, oltre che per il sindaco che dovrà tenere unita una maggioranza sempre più spaccata anche su tanti fronti interni di politica locale, sarà un grattacapo anche per il segretario del PD di Desio, che neoeletto si trova a guidare un partito ancora lacerato dalle lacerazioni interne del dopo elezioni amministrative, a cui si aggiungono ora quelle della sconfitta referendaria. In tutti i seggi di della nostra città ha prevalso il NO: segno che la sconfitta per il sindaco Corti e la segreteria del PD locale sia tanto lampante quanto perentoria.
Ma la sfida referendaria più importante arriva adesso. Come Lega vogliamo che i cittadini lombardi si possano esprimere in primavera, come già stabilito dal consiglio regionale, con un altro referendum: quello sull’autonomia della Lombardia. Insieme al nostro governatore Roberto Maroni chiederemo di far decidere ai cittadini se una parte delle nostre risorse, delle nostre tasse, possano restare sul nostro territorio, per poter dare maggiori risposte ai bisogni dei nostri cittadini e delle nostre imprese. Adesso Roma ascolti la voce del popolo lombardo e ci consenta di poter votare in primavera per chiedere maggiore autonomia per la nostra Regione.