Per il Governo Renzi la Lombardia è sempre la vacca da
mungere, anzi da spremere.
Ogni cittadino della Lombardia versa alle casse pubbliche
ogni anno 11.284 euro, il doppio di quanto versano i siciliani
con 5.556 euro pro capite o i calabresi con 5.183 euro
pro capite.
Eppure la Lombardia in questo 2016 subisce una riduzione
delle risorse statali di circa 730 milioni (la metà dei quali
nella sanità) nonostante i cittadini e le imprese lombarde
regalino ogni anno alle casse statali 54 miliardi di tasse di
residuo fiscale, che non tornano indietro sotto forma di servizi,
ed è assurdo che i cittadini lombardi versino tutti questi
quattrini ad uno Stato che poi taglia le risorse alla sanità
lombarda e alle province lombarde che non hanno neppure
i soldi per garantire il trasporto pubblico locale.
Intanto Renzi continua a mentire su una ripresa che vede
solo lui perché la tassazione sul lavoro e quella complessiva
sulle imprese resta tra le più alte in Europa, la burocrazia
è asfissiante e continuano a mancare quelle infrastrutture
stradali e ferroviarie che renderebbero più competitive le
nostre imprese sui mercati internazionali.
Così le nostre imprese, finite in mano a multinazionali,
continuano a chiudere gli stabilimenti italiani e a delocalizzare.
E non a caso la Lombardia, la Regione più industrializzata
d’Italia, è la più colpita da questa crisi: basti pensare che
nel 2015 in Lombardia sono stati persi quasi 6000 posti di
lavoro nel settore metalmeccanico e nei primi cinque mesi
del 2016 ci sono già stati più di 2360 esuberi, è aumentato
il ricorso alla cassa integrazione (addirittura del 13,8% in
più rispetto al 2015), sono aumentati i contratti di solidarietà
e in totale in Lombardia, solo nel settore metalmeccanico,
ci sono oltre mille imprese e ben 31.434 lavoratori in
cassa integrazione ordinaria e straordinaria.
La Lombardia è la locomotiva d’Italia e questo Governo,
concentrato solo su interventi più elettorali che strategici
nel Meridione, sta facendo di tutto per zavorrare questa locomotiva
e farla rallentare.