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Lingua lombarda e radici cristiane: una legge di rigenerazione identitaria per la Lombardia



Oggi il consiglio regionale della Lombardia ha approvato un progetto di legge con una forte valenza politica, che va nel senso di una rigenerazione identitaria della nostra regione, con 39 voti a favore e 29 astensioni, nessun voto contrario.
Sono principalmente due gli aspetti politici importanti, controcorrente e quindi innovativi della normativa. Uno riguarda la tutela e promozione della lingua lombarda, l'altro la valorizzazione dei cammini e itinerari religiosi, con riguardo alle radici cristiane. Un segnale forte contro l’omologazione in atto, contro il “pensiero unico” ed un sistema che ci vorrebbe tutti uguali. Mentre l’Europa dei burocrati rinnega le proprie radici, la Lombardia si pone come punto di riferimento per chi ha a cuore la libertà e l’identità dei popoli.

Siamo soddisfatti per l’approvazione di queste norme che, fra le altre cose, valorizzano quel grande patrimonio costituito dalla lingua lombarda in tutte le sue varianti. Il diritto di usare il lombardo costituisce qualcosa di imprescindibile, profondamente legato al nostro vivere quotidiano e la loro importanza è sancita da documenti internazionali, come la Carta Europea delle Lingue regionali o minoritarie del 1992 e quella dell’Unesco, convenzioni che riconoscono anche la lingua lombarda tra quelle in pericolo di estinzione.Il codice UNESCO che riconosce la lingua lombarda è "ISO 639-3 lmo".
Non si tratta quindi di un’invenzione della Lega Nord, come qualcuno vorrebbe far credere e certamente spiace che in particolare i signori del Pd, che a differenza del loro stesso elettorato non ne capiscono l’importanza, abbiano avuto un atteggiamento polemico e snobista verso questo punto.
La Lombardia ha dimostrato oggi di voler essere una Regione capace di valorizzare identità e tradizione, elementi indispensabili per poter guardare al futuro senza dimenticare ciò che siamo e da dove veniamo.Le norme approvate oggi partono infatti dal presupposto di come sia urgente mantenere le radici ben salde, proprio per non essere spazzati via dal pensiero unico, che annulla le differenze fra i popoli; la lingua, il cibo e le tradizioni fanno parte di quelle cose che condizionano il modo di essere di un territorio. Si tratta quindi di sottolineare l’importanza delle diversità di un patrimonio straordinario, che ci rende fieri e di cui certamente non dobbiamo vergognarci.

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