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Legge regionale sui luoghi di culto, Maroni batte Renzi 6 a 2. Avanti sulla buona strada

Roberto Maroni

Una vittoria netta e tranciante su un tema che infiamma ed è sentito molto anche a livello desiano: "Maroni batte Renzi 6 a 2". E' stato lo stesso presidente della regione Lombardia ad usare questa metafora tennistica, per spiegare i motivi che rendono valida la legge regionale sui luoghi di culto che il governo centrale guidato da Matteo Renzi ha cercato di far decadere. "La Regione Lombardia - ha spiegato - rispetto alla Presidenza del Consiglio vede respinte 6 delle 8 richieste di incostituzionalità fatte dal Presidente del Consiglio, per manifesta inammissibilità e infondatezza". Solo due, ha proseguito, "quelle accolte, per altro su aspetti marginali della norma". Ossia, l'istituzione di una consulta regionale per aiutare i sindaci sugli aspetti urbanistici della materia "che pare non si possa fare" e l'obbligo di video sorveglianza con costi a carico di chi realizza i luoghi di culto.

La consulta regionale, ha garantito il Governatore, "la faremo comunque, senza renderla obbligatoria" e anche la video sorveglianza "perché - ha osservato - è utile per i cittadini, ma anche per chi frequenta i luoghi di culto, come purtroppo vediamo dalle tragiche cronache degli attentati. Stiamo studiando come farlo tenendo conto dei rilievi della Corte". Ed è proprio quello dei controlli uno degli aspetti fondamentali che necessitano uno stretto giro di vite, soprattutto in questa fase storica.

"Sono molto soddisfatto - ha affermato Maroni, e la stessa soddisfazione l'abbiamo anche noi di Desio in Padania - perché l'impianto della nostra legge rimane in vigore. Questi due aspetti marginali li tratteremo con una legge regionale integrativa che approveremo la prossima settimana in Giunta. La sostanza - ha sottolineato - rimane e per la prima volta viene affermata la competenza delle Regioni a regolare la costruzione di nuovi luoghi di culto. Quindi - ha concluso - contrariamente a quanto è stato scritto, non è stata una sconfitta ma una bella vittoria della Regione Lombardia".

Durante la conferenza stampa Maroni ha parlato anche dei recenti attentati a Bruxelles. "Non credo che ci sia stata una grave lacuna nelle comunicazioni tra servizi di sicurezza e informazione", ha detto conversando con i cronisti che gli chiedevano un commento alle affermazioni del ministro Orlando, secondo il quale il proselitismo avviene anche nelle carceri. "Il proselitismo - ha risposto il governatore - avviene ovunque. La cosa vera, è che non credo, come è stato fatto circolare, forse per tranquillizzare, che in Belgio ci sia stata una lacuna nello scambio di informazioni fra i vari servizi di intelligence. Penso - ha affermato - che il problema sia molto più grave, ossia che nonostante esista questo scambio di informazioni, è avvenuto quello che è avvenuto. Per questo - ha concluso - sono importanti provvedimenti come il nostro sui luoghi di culto, perché aggiungono un tassello ulteriore, oltre a quanto fanno Forze dell'ordine e Governi, per garantire più sicurezza ai nostri cittadini".

Insomma, un bel risultato per il presidente Maroni e per la Lombardia.  La legge regionale sui luoghi di culto non solo resta in vigore ma deve diventare un esempio da seguire per molte altre regioni e quindi per l’intero territorio nazionale, dentro e fuori dai confini della Padania.

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