Negli ultimi mesi Lega Nord ha ripetutamente chiesto le dimissioni di Daniela Mazzuconi, presidente di BEA. Il procedimento di gara che ha assegnato l'appalto per la costruzione della nuova turbina era pieno zeppo di errori, imprecisioni ed ambiguità. Ballavano due milioni di euro, ed alla luce di questo forse sarebbe stato meglio fermarsi oppure rifare tutto. Tante, troppe cose non quadravano. Ne abbiamo anche parlato diverse volte in consiglio comunale, anche alla presenza della Mazzuconi. Ma non c'è stato verso, la dirigenza di BEA si è chiusa a riccio difendendo le proprie scelte. Legittimo, ma sbagliato. Ed alla luce della risposta data dall'ANAC, della quale ha dato prontamente notizia il consigliere regionale Gianmarco Corbetta sul suo blog, abbiamo delle conferme. Tutte le criticità che sono state denunciate e sostenute anche dalla Lega Nord, sono state confermate. Adesso la Mazzuconi e Gigi Ponti, che in qualità di sindaco di Cesano Maderno e di presidente della provincia ha una golden share sull'inceneritore, non possono più dire che i dubbi sollevati siano solo nostri punti di vista. L'ANAC, autorità nazionale anticorruzione, la pensa come noi.
La conclusione dell'articolata comunicazione in merito è molto chiara:
“Sarebbe stato dunque necessario in ipotesi di gara deserta o di assenza di offerte appropriate, rivolgersi nuovamente al mercato, aprendo un nuovo confronto competitivo. Circostanza, peraltro, che nel caso di specie sarebbe stata quantomai opportuna, in considerazione del fatto che le numerose criticità rilevate nella gara in oggetto inducono a concludere che l’offerta di Comef s.r.l. non potesse ritenersi ‘appropriata‘ ”. Il documento si conclude con la comunicazione che Bea ha 20 giorni di tempo per “manifestare la volontà di conformarsi alle indicazioni dell’Autorità”. In alternativa può presentare controdeduzioni (in aggiunta a quelle già presentate quando le era stata notificata la ricezione del nostro esposto da parte di Anac).
Davanti a ciò, chi fino a questo momento ha sempre difeso scelte che ora sono manifestamente dichiarate insensate, ha una sola strada: le dimissioni.