Finalmente qualcosa di leghista e di identitario. In Regione Lombardia il Carroccio ha presentato un progetto di legge regionale che la finalità di promuovere e valorizzare le identità culturali dei lombardi, in particolare il patrimonio linguistico, incoraggiandone l'uso e favorendone la sua conservazione. Per tutelare i dialetti locali, alla Regione viene chiesto di tutelare e promuovere anche il lavoro di chi si occupa di studiarli e di tramandarli, prevedendo l'istituzione di un apposito elenco di ricercatori e di associazioni, oltre a un 'Osservatorio regionale per la lingua lombarda',
Il principio di pari dignità e pluralismo linguistico, del resto, sono sanciti dalla Costituzione tanto cara a chi si riconosce nello stato italiano, ed inseriti nella carta europea delle lingue regionali e minoritarie del 5 novembre 1992. La lingua lombarda è censita tra quelle in pericolo di estinzione, come indicato dall'organizzazione delle nazioni unite per l'educazione, la scienza e la cultura. Inoltre, le specificità appartenenti all'insieme di varietà linguistiche Gallo-Romanzo-Cisalpine, storicamente usate nel territorio regionale lombardo come lingua lombarda, sono state classificate dall'organizzazione internazionale per la normazione ISO con codice ISO639.
Ed è proprio per queste motivazioni, supportate da organismi internazionali e non solo da spinte politiche di parte, la Regione intende attuare azioni per favorire la conoscenza, la diffusione e la promozione del patrimonio linguistico lombardo e del bilinguismo, attraverso svolgimento di incontri, creazioni artistiche, edizione e diffusione di libri e pubblicazioni con contestuale creazione di spazi specifici all'interno di biblioteche pubbliche e di interesse locale e tramite informazione giornalistica e radiotelevisiva. Un po' come fanno in Catalunya, dove la tv regionale con sede a Barcellona trasmette i suoi programmi in lingua catalana.
Tra le proposte c'è anche quella di promuovere, in collaborazione con le Università della Lombardia e con istituti e centri culturali sia pubblici che privati, la ricerca scientifica del patrimonio linguistico lombardo, incentivando la digitalizzazione e conseguente archiviazione dello stesso.
Nella proposta si parla anche di iniziative che incentivino l'installazione di una segnaletica che contenga i nomi originari delle località, delle vie degli edifici e di tutto quanto significativo nella memoria storica dei comuni, che andranno ad aggiungersi a quelle esistenti in lingua italiana. Un esempio lo abbiamo a Desio, dove in alcuni ingressi il nome in italiano è affiancato da quello in dialetto. E poi viene prevista la digitalizzazione, la catalogazione e l'archiviazione elettronica di tutti i documenti in lombardo, per conservarli e non disperderli. sarà cura di un osservatorio, costituito appositamente, suggerire quali opere digitalizzare e studiare la lingua, aggiornandola con i neologismi, rivedendo lessico e regole grammaticali. Infine, un articolo riserva spazio all’informazione regionale e l’utilizzo attivo della Lingua Lombarda sui portali del sistema di Regione Lombardia.
Ora la proposta, già depositata ufficialmente, sarà discussa in commissione. Poi, tempi tecnici e politici permettendo, arriverà in aula per la votazione definitiva, sicuramente tra le polemiche di chi, ignorante, cercherà in tutti i modi di sminuire e deridere questa proposta.