Lo scorso 14 dicembre, quando il 2015 si avviava verso il termine, mentre i desiani ed i brianzoli erano forse un poì distratti dall'imminente arrivo delle festività natalizie, la Prefettura di Monza e Brianza ha emesso il comunicato stampa che vi riportiamo:
Il massiccio flusso migratorio che sta interessando l’Italia e la conseguente intensificazione degli arrivi di richiedenti protezione internazionale in ambito provinciale hanno determinato la necessità di promuovere nuove iniziative per fronteggiare le crescenti esigenze di accoglienza.
Al fine di implementare il modello di housing sociale adottato in questo territorio, basato sull’accoglienza diffusa, grazie alla collaborazione interistituzionale da tempo avviata con la Provincia di Monza e della Brianza e la locale camera di Commercio, si è pervenuti alla predisposizione di un accordo di collaborazione volto a facilitare l’individuazione di soluzioni abitative disponibili sul libero mercato, con il coinvolgimento della F.I.M.A.A. Milano Monza & Brianza, Collegio Agenti d’Affari in Mediazione di Milano, Monza Brianza e Province.
Che il flusso migratorio si sia intensificato e che le richieste di asilo politico, anche in ambito provinciale, siano aumentate esponenzialmente non sorprende più di tanto: è un dato di fatto che, tenendosi informati, può conoscere senza problemi.
E’ invece stupefacente, quasi commovente, il fatto che nel comunicato la Prefettura invochi la necessità e l’urgenza di promuovere iniziative per far fronte a questa situazione. Qui la domanda sorge spontanea: perché le istituzioni, tanto caritatevoli, si appellano alla necessità di intervenire a favore dei clandestini, degli immigrati, di questi presunti profughi, mentre, quando i cittadini brianzoli vengono sfrattati, perdono il lavoro, vivono nelle proprie auto nessuno si sente in dovere di adoperarsi per loro? Non è, forse, anche la loro, una necessità (di essere aiutati) di pari importanza?
Così, vuoi per il periodo natalizio che induce ad essere più buoni con il prossimo (ancora meglio se il prossimo in questione proviene da luoghi esotici), vuoi per una predisposizione naturale all’accoglienza delle istituzioni, la Prefettura di Monza e Brianza ha stipulato un accordo di collaborazione che la vede protagonista insieme alla Provincia di Monza e Brianza ,la Camera di Commercio, gli enti gestori del servizio accoglienza e le Agenzie Immobiliari iscritte alla F.I.M.A.A. ( Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari) allo scopo di trovare:
…soluzioni abitative che consentano di ospitare i migranti in attesa della definizione delle procedure per il riconoscimento della protezione internazionale, mantenendo il modello di accoglienza fondato sulla distribuzione in piccoli nuclei nel maggior numero possibile di Comuni, in modo da favorirne l’integrazione, prevenire fenomeni di ghettizzazione e realizzare un sistema a basso impatto sui singoli territori.
Il business legato all’accoglienza si allarga ulteriormente. Non è bastato l’ignobile invito rivolto ai singoli cittadini a mettere a disposizione i loro appartamenti di proprietà e gli alloggi sfitti, per far fronte all’emergenza immigrazione sul nostro territorio, che a Milano si è rivelato un flop come dai dati diffusi in questi ultimi giorni. Addirittura ora, in Brianza, si cercano agenti immobiliari professionisti che si occupino di trovare delle abitazioni disponibili sul mercato libero per questi potenziali rifugiati politici.
Così, da ora in poi, per i presunti profughi che hanno e avranno la fortuna di soggiornare nella nostra provincia, saranno ricercati appartamenti selezionati, mentre il problema legato all’emergenza abitativa è sempre più preoccupante, con una media di 1 sfratto ogni 192 famiglie (dati più recenti messi a disposizione del Ministero), in confronto ad una media nazionale che registra 1 sfratto ogni 334. Per i profughi agenti immobiliari a disposizione, per i brianzoli no, se no dietro giusto pagamento. Due pesi e due misure.
E’ giunta l'ora di mettere da parte la mentalità di profitto che si nasconde dietro l’etica di ”pace e amore“ dell’accoglienza illimitata, che abbraccia gli immigrati e discrimina i propri cittadini, è giunto il momento di guardare la realtà da un punto di vista diverso, in cui ci si appella ad un’etica nuova, in grado di tutelare, in primis, i diritti dei cittadini onesti che chiedono semplicemente più dignità e attenzione anche per loro.
Non hanno, forse, i desiani, i brianzoli ed i lombardi il diritto ad abitare in una casa anche loro? In questo il sindaco di Desio (Roberto Corti, Partito Democratico) è stato precursore: già da anni l'appartamento dell'ex carcere di via Santa Liberata, di proprietà comunale, è stato dato in uso per l'accoglienza di profughi.