Di pochi giorni è la notizia dell'iscrizione al registro degli indagati del sindaco di Como. Sempre di recente, invece, è stato arrestato il sindaco di Brenta, in provincia di Varese. Cosa hanno in comune i sindaci di queste città? Entrambi sono espressione del Partito Democratico. E perché mai ne parliamo su Desio in Padania? Proprio perché sono due sindaci targati PD, come quello di Desio, che a differenza dei suoi colleghi non si trova nei guai giudiziari, ma si ostina a far credere che il suo partito sia quello della legalità. Evidentemente così non è. Essere del PD non è certamente sinonimo di onestà e genuinità. Sono i fatti che lo dimostrano, quelli concreti: non basta di certo intitolare un'aula consiliare, aprire un sito che parla di legalità o rilasciare dichiarazioni forti per essere difensori della legalità. Certamente sono segnali che servono, ma non bastano. Soprattutto se nel proprio partito le mele marce non mancano e si fa finta di non vederle. A mancare nel PD sono le scope.
Lo si vede in continuazione. Da "Mafia capitale", tanto per citare un caso eclatante, i casi sono davvero tanti. Purtroppo. Quello che vuole essere il partito della legalità e della superiorità morale, è in realtà un partito come gli altri. O peggio.