Passa ai contenuti principali

La Lombrdaia chiede allo Stato nuovi fondi per fronteggiare l'emergenza inquinamento. Se avessimo l'autonomia...



Nuovi fondi statali per fronteggiare l'emergenza inquinamento ed i cambiamenti climatici del bacino padano. A chiederli, nella mozione approvata oggi in Consiglio Regionale, è stata la Lega Nord. Da tempo Regione Lombardia sta affrontando con serietà l'emergenza smog e recentemente si è dotata del Piano Regionale degli Interventi per la qualità dell'Aria (PRIA), che prevede dettagliate misure che interessano il settore agricolo e forestale, le sorgenti stazionarie e l'uso razionale dell'energia, i trasporti su strada e la mobilità, per un totale di 91 interventi. Questo strumento, d'importanza strategica, rappresenta una risposta concreta all'emergenza ambientale che coinvolge vaste aree della nostra Regione e contempla misure da attuarsi nel breve e lungo periodo. Si tratta di un approccio ben diverso dalle cosiddette 'misure emergenziali' messe in atto da altri, come il blocco totale delle auto, che non sembrano garantire effetti concreti se non quelli di penalizzare chi va a lavorare. Se da un lato appare evidente l'impegno di Regione Lombardia, dall'altro lo sforzo del Governo pare limitarsi all'organizzazione di tavoli di confronto di dubbia utilità.
La nostra Regione da tempo viene utilizzata dallo Stato come un bancomat ed ogni anno i cittadini versano nelle casse dello Stato circa 54 miliardi di euro; i tanto attesi interventi sul trasporto pubblico locale e gli incentivi per favorire la sostituzione dei veicoli inquinanti costerebbero un miliardo di euro, eppure il Governo stanzia per tutte le Regioni una cifra complessiva di poco superiore ai dieci milioni. Per questo motivo, la Lega Nord ha chiesto di integrare la mozione chiedendo che la Giunta si adoperi presso il Governo al fine di garantire lo stanziamento di nuovi fondi statali che consentano di supportare le iniziative definite dal PRIA.
Che poi, con la Lombardia autonoma, non ci sarebbe bisogno di chiedere sempre a Roma... i nostri soldi.

Post popolari in questo blog

«Così ho visto arrivare in Brianza la ’ndrangheta». I ricordi del generale Boscarato

«IN QUEL TEMPO Monza e la Brianza erano afflitti dal fenomeno dei sequestri di persona. La ’ndrangheta stava mettendo le sue radici dopo che negli anni ’70 l’istituto del soggiorno obbligato aveva portato in questo territorio decine di malavitosi provenienti dalla Calabria. In un ambiente ricco come questo fecero salire al Nord i loro compari e si organizzarono». A raccontarlo un testimone d’eccezione: si chiama Sergio Boscarato, ha 76 anni e oggi è generale in congedo dei carabinieri. Fra il 1982 e il 1986, con il grado di tenente colonnello, fu comandante del Gruppo di Monza dei carabinieri.

"L’han giurato, li ho visti in Pontida"

Mezzago, l'ombra della malavita dalla Calabria sulla Stalingrado brianzola

Nemmeno Mezzago è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata. In quella che per percentuali elettorali si potrebbe definire la "Stalingrado della Brianza, si denota il fallimento della sinistra paladina della lotta all'illegalità.