Ruspa al lavoro durante la demolizione |
Trentamila euro. E' questo il costo sostenuto dall'amministrazione comunale per abbattere quello che è diventato il simbolo degli abusi edilizi in città. Villa Reitano, in via Ferravilla, ai confini con Bovisio Masciago. Soldi che per un bilancio comunale non sono poi molti, che l'attuale amministrazione ha trovato - casualmente - a pochi mesi dalle elezioni. Coincidenze.
Dopo più di dieci anni questa mattina si è messo la parola fine ad una vicenda che si è trascinata tra aule di tribunale, carte bollate, ricorsi, ingiunzioni e contro-ricorsi. E' nel 2004 che la Polizia Locale di Desio scopre la costruzione abusiva, che si nasconde tra le piante e le sterpaglie della periferia occidentale della città, verso la Milano-Meda, in quella che con il disastro ambientale della diossina di Seveso era stata classificata come "Zona B". Duecentosettanta metri quadrati, disposti su un unico piano, con giardino. Dalla data della scoperta è iniziata la battaglia legale, che ha visto per la prima nell'estate del 2010, con il sindaco Giampiero Mariani (centrodestra), un tentativo di abbattimento. Il primo cittadino si presentò in via Ferravilla con tanto di ruspe, ma la presenza nell'abitazione dell'ex moglie del geometra Reitano, responsabile dell'abuso, ha impedito l'abbattimento. La donna infatti, amputata di entrambe le gambe, era costretta su una sedia a rotelle. La vicenda è poi proseguita nuovamente, fino ad oggi. Nel frattempo, trovata un'altra sistemazione alla donna, il comune ha reperito la somma per procedere con la demolizione. Somma anticipata dalle casse comunali perchè "poi ci faremo rimborsare dai responsabili dell'abuso", ha detto il sindaco Roberto Corti (PD), questa mattina presente ai lavori insieme al consigliere provinciale Andrea Villa (Lega Nord). A rimborsare saranno i fratelli Giuseppe e Antonino Reitano insieme ad Antonina Pugliese, tutti e tre residenti a Cusano Milanino, dove Antonio è stato assessore comunale in rappresentanza del Popolo delle Libertà.