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Autonomia, da roma sempre risposte centraliste e conservatrici. Referendum unica via.



"A questo punto, visto che il Governo non ha mantenuto la parola data, mi pare non ci sia altra strada che fare il referendum per l'autonomia l'anno prossimo". A dichiararlo è Roberto Maroni, presidente della Lombardia. "Noi abbiamo messo alla prova il Governo sui costi standard ma non ha mantenuto la parola: Renzi a metà ottobre - aggiunge - aveva detto pubblicamente, e privatamente a me, che avrebbe messo in legge i costi standard, in quanto principio di equità. Poi ha fatto retromarcia e al posto dei costi standard nella legge di Stabilità ci sono i tagli lineari. È chiaro che, se questa legge di Stabilità venisse confermata, l'anno prossimo subiremo dei tagli pazzeschi, non solo sulla sanità, e questo avrebbe ripercussioni negative sui cittadini e ci impedirebbe di investire sul territorio. Per questo mi rivolgo a tutte le forze politiche lombarde, a prescindere dal colore politico, perché è interesse di tutti convincere il Governo a modificare questo assurdo criterio dei tagli lineari".
Con queste parole, pronunciate durante la conferenza stampa che si è tenuta al termine della riunione della Giunta regionale del 16 novembre, che ha avuto luogo nel municipio di Zogno, in provincia di Bergamo, il presidente della Lombardia, ha sottoilineato la ferma intenzione di procedere con la convocazione del referendum sull'autonomia. Il governo non ha mantenuto la parola data, come c'era da aspettarsi che fosse. Quando si parla di autonomia, da roma prevale sempre la forza conservatrice e centralista.
L’applicazione della legge sui costi standard significa avere per la Lombardia  10 miliardi in più per il prossimo anno. Al posto dell’applicazione della legge sui costi standard, nel bilancio di previsione dello Stato italiano (legge di stabilità) c’è una serie di tagli lineari ai finanziamenti che sono basati sulla popolazione e sul Pil. Una scelta che penalizza ampiamente la Lombardia nonostante spenda meglio e meno delle altre regioni.

Condividiamo la proposta di Fabrizio Cecchetti, vicepresidente del consiglio regionale, che ha proposto quella del prossimo 29 maggio - giorno della festa della Lombardia - quale data utile per la consultazione referendaria. Anche il Movimento 5 stelle, attraverso il consigliere Dario Violi, chiede di scegliere presto la data del Referendum sull'autonomia della Lombardia.
Da tempo sosteniamo che trattare con Roma è solo tempo perso ed è positivo che il Presidente Maroni, dopo le tante promesse disattese di Renzi e del Pd, se ne sia convinto - ha scritto Fabrizio Cecchetti aggiungendo poi che “E’ necessario convocare subito il referendum in modo da avere una data certa per sensibilizzare la popolazione ” e che “Il referendum è l’unica vera arma che abbiamo per contrastare i continui tagli che ci vengono imposti e trattenere sul territorio le risorse necessarie per dare risposte concrete ai lombardi in difficoltà, alle imprese e alle famiglie. Per questo non possiamo più aspettare”.

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